Alluvioni, terremoti, frane e grandinate hanno messo a dura prova il territorio nazionale negli ultimi anni. Molte imprese, prive di adeguata copertura, si sono trovate senza strumenti per ripartire dopo le emergenze. Da questa fragilità nasce una svolta normativa: l’introduzione dell’obbligo di assicurazione contro le calamità naturali.

Il decreto MIMIT: polizza catastrofale obbligatoria

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), con il decreto del 18 giugno pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 luglio 2025, ha stabilito che tutte le imprese dovranno dotarsi di una polizza catastrofale.
L’obiettivo è duplice:

aumentare la resilienza economica del tessuto produttivo,

ridurre l’impatto delle emergenze sul bilancio pubblico, trasferendo parte del rischio al sistema assicurativo.

Scadenze differenziate per dimensione aziendale

Il decreto fissa scadenze precise:

Grandi imprese: obbligo dal 31 marzo 2025 (con tolleranza di 90 giorni per adeguarsi),

Medie imprese: entro il 1° ottobre 2025,

Micro e piccole imprese: entro il 1° gennaio 2026.

Dopo tali date, operare senza assicurazione comporterà conseguenze significative.

Niente incentivi pubblici per chi non si assicura

Dal 2026, l’assenza di polizza non sarà soltanto un rischio patrimoniale in caso di calamità: comporterà l’esclusione automatica da numerosi incentivi pubblici. Si tratta di un cambiamento radicale per il sistema produttivo.

Tra le misure che resteranno inaccessibili alle imprese non assicurate rientrano:

Contratti di sviluppo per grandi investimenti industriali e turistici,

Interventi nelle aree di crisi complessa,

Fondo Nuova Marcora per le cooperative,

Smart&Start a sostegno delle start-up innovative,

incentivi per economia circolare e transizione ecologica.

Start-up e innovazione a rischio

Le realtà innovative e le giovani imprese tecnologiche potrebbero subire le conseguenze più pesanti. Senza copertura, rischiano di perdere l’accesso a finanziamenti cruciali, con un impatto diretto sulla competitività del Paese a livello internazionale.

Un passo verso resilienza e prevenzione

La riforma non va interpretata come un aggravio burocratico, ma come un investimento strategico. L’assicurazione obbligatoria mira a diffondere una cultura della prevenzione, spingendo le aziende a integrare la gestione del rischio naturale nella propria pianificazione.

In un contesto segnato dai cambiamenti climatici, l’obbligo rappresenta una scelta di responsabilità:

le imprese in regola potranno contare su un “paracadute” in caso di emergenza e sull’accesso agli strumenti di crescita,

quelle che resteranno escluse si troveranno doppiamente vulnerabili, senza tutele e senza incentivi.

Il decreto segna dunque una tappa decisiva verso un’economia più solida, capace di affrontare con maggiore consapevolezza le sfide dei disastri naturali.