Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha annullato la proroga delle cosiddette zone rosse istituite a Napoli per motivi di ordine pubblico, giudicando il provvedimento del Prefetto illegittimo e lesivo delle libertà costituzionalmente garantite. La decisione rappresenta un duro colpo alla linea promossa dal Ministero dell’Interno, che aveva sollecitato l’adozione di misure analoghe in varie città italiane.
La sentenza del TAR Campania: “Emergenza non dimostrata”
In una sentenza di 14 pagine, la quinta sezione del TAR, presieduta dalla giudice Maria Abbruzzese, ha sottolineato l’assenza di una reale emergenza che giustifichi l’adozione di misure straordinarie. Il tribunale ha evidenziato come gli atti del Prefetto non dimostrino l’esistenza di una situazione di grave, imprevista e imprevedibile emergenza non affrontabile con gli strumenti ordinari previsti dalla legge.
Le motivazioni alla base dell’ordinanza – secondo i giudici – fanno riferimento a problematiche croniche e strutturali tipiche di una grande città: flussi turistici elevati, movida, tensioni sociali e microcriminalità. Situazioni, queste, che devono essere gestite mediante gli strumenti ordinari dell’ordinamento, non con provvedimenti contingibili e urgenti a carattere ripetuto e di lunga durata.
Violato il principio di temporaneità e la libertà di circolazione
Il TAR ha inoltre evidenziato che la proroga del divieto di stazionamento nelle aree interessate – in vigore per almeno nove mesi consecutivi – risulta contraria al principio di temporaneità dei provvedimenti d’urgenza. Le motivazioni addotte, ritenute generiche, potrebbero giustificare ulteriori proroghe, trasformando di fatto una misura straordinaria in una limitazione permanente alla libertà di circolazione, sancita dall’art. 16 della Costituzione.
Il ricorso: “Una vittoria per la Costituzione”
Il ricorso era stato presentato da due consiglieri municipali, Chiara Capretti e Pino De Stasio, insieme ad alcune associazioni attive nei quartieri coinvolti. I ricorrenti erano assistiti dagli avvocati Andrea Chiappetta e Stella Arena, che hanno commentato la decisione parlando di una “vittoria dello Stato di diritto” e della riaffermazione del “primato della Costituzione sull’arbitrio amministrativo”.
I consiglieri municipali hanno definito la sentenza “una bocciatura senza appello” per chi ha usato lo stato di emergenza “come strumento per eludere il confronto democratico”, sottolineando il valore politico della decisione, che rappresenterebbe una sconfitta per la strategia securitaria del Governo.
La replica del prefetto: “Misure necessarie per la sicurezza urbana”
Nonostante la sentenza, il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha annunciato un immediato ricorso al Consiglio di Stato, dopo una valutazione congiunta con l’Avvocatura dello Stato. Secondo il prefetto, le ordinanze contestate consentono di allontanare soggetti molesti o dediti ad attività illecite da aree ad alta criticità, contribuendo alla tutela della sicurezza urbana.
Il prefetto ha precisato che si tratta di misure proporzionate e temporanee, adottate “col minor sacrificio possibile per i diritti individuali” e spesso condivise o richieste dagli stessi sindaci, con l’obiettivo di garantire la fruibilità degli spazi pubblici da parte dei cittadini.