Clima di forte preoccupazione nello stabilimento Leonardo di Pomigliano, dove le RSU hanno proclamato uno sciopero di due ore per ciascun turno di lavoro. La protesta è nata in risposta a una possibile ipotesi di ridimensionamento delle attività produttive e a voci su un cambio di destinazione del sito campano.
Alta adesione allo sciopero: i lavoratori temono il trasferimento delle produzioni
Secondo quanto riferito dalle rappresentanze sindacali, l’adesione allo sciopero nel primo turno è stata quasi totale. Alla base della protesta, rilievi tecnici effettuati nei capannoni dello stabilimento che – secondo i lavoratori – farebbero presagire una possibile delocalizzazione di parte della produzione verso altri siti del gruppo Leonardo.
Il ruolo strategico di Pomigliano e l’allarme della RSU
La RSU dello stabilimento sottolinea che, con la recente riorganizzazione di Leonardo in una nuova divisione aeronautica “dual use” (militare e civile), il sito di Pomigliano deve mantenere un ruolo strategico a livello nazionale.
“Pomigliano non può essere snaturato. Deve continuare a svolgere attività produttive, ma anche funzioni di ingegneria, ricerca e sviluppo” – dichiarano i sindacalisti.
Qualsiasi scelta aziendale in contrasto con questa visione, secondo le RSU, sarebbe un preludio alla dismissione dell’intero sito produttivo.
Appello ai sindacati nazionali e mobilitazione permanente
La RSU ha chiesto il coinvolgimento immediato delle strutture sindacali regionali e nazionali, affinché verifichino la situazione e si impegnino a impedire qualunque ridimensionamento industriale del sito di Pomigliano d’Arco.
Nel frattempo, il Consiglio di fabbrica resterà insediato in forma permanente, pronto a ulteriori azioni di mobilitazione qualora non giungessero rassicurazioni concrete da parte dell’azienda.
Interviene Ciarambino
«Forte preoccupazione e ferma contrarietà rispetto alle politiche industriali che Leonardo sta adottando nei confronti dei siti campani e lo sciopero di due ore dei lavoratori di Pomigliano stamane dimostra quanto la situazione susciti allarme – afferma Valeria Ciarambino, Vicepresidente del Consiglio regionale e componente del Gruppo Misto – Dalla discussione con i rappresentanti sindacali è emerso un quadro fosco: le scelte aziendali non sembrano andare nella direzione di favorire lo sviluppo industriale, ma piuttosto scaturire da una volontà di disinvestire e ridurre progressivamente la presenza di Leonardo sul territorio campano, con particolare danno per il sito di Pomigliano.
Già da tempo si registrano relazioni industriali inadeguate, mancanza di trasparenza e di coinvolgimento delle rappresentanze sindacali, cessioni di asset strategici e ritardi nell’attuazione degli accordi – precisa Ciarambino – La lettera aperta inviata dalle rappresentanze sindacali ai vertici metropolitani e regionali esprime i forti timori dei lavoratori del sito pomiglianese che la produzione industriale possa essere spostata altrove, cancellando decenni di eccellenza e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.
Il sito di Pomigliano rappresenta la storia dell’aerospazio non solo in Campania, ma nel nostro Paese, e va valorizzato, non certamente smantellato e ceduto, secondo mere logiche di profitto che non riconoscono il valore di chi ha fatto grande l’industria aerospaziale italiana. La verità è che già da tempo è in atto una “autonomia differenziata dell’aerospazio” che ha scippato al Sud il primato, portando alla chiusura di siti in Campania e concentrando nel Mezzogiorno solo le attività a minor valore aggiunto e più esposte alle crisi, mentre le produzioni più redditizie e gli investimenti sono stati riservati al Nord.
È necessario che tutta la politica della nostra terra faccia sentire la propria voce all’unisono contro un disegno scellerato che penalizza il comparto aerospaziale campano e calpesta storia, professionalità e sacrifici di lavoratori e territori. Come sempre io sarò al fianco dei lavoratori» conclude Ciarambino.