Un trolley contenente 320mila euro in contanti è solo uno dei beni sequestrati dalla Polizia di Stato nel corso di una vasta operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), che ha portato a 45 provvedimenti cautelari contro un’organizzazione criminale attiva nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’inchiesta: tra i vertici anche avvocati e imprenditori
L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli (Sezioni Criminalità Straniera e Reati contro la Pubblica Amministrazione) in collaborazione con il commissariato di San Giuseppe Vesuviano, ha portato alla luce un complesso sistema criminale che lucrava sulle pratiche di ingresso illegale in Italia, sfruttando la normativa sui flussi migratori.
Tra gli arrestati figurano tre avvocati considerati al vertice dell’organizzazione: Vincenzo Sangiovanni (al quale è stata sequestrata anche una Ferrari), Aniello Annunziata e Gaetano Cola. Con loro anche elementi riconducibili al clan Fabbrocino, tra cui Gennaro Maturo.
Il ruolo del clan Fabbrocino
Secondo la DDA, la struttura criminale si avvaleva del potere intimidatorio del clan Fabbrocino per garantire la riuscita delle operazioni illecite. L’organizzazione aveva base nei comuni di San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano, con una rete ben radicata tra professionisti, imprenditori compiacenti e cittadini stranieri.
Le accuse
I reati contestati, a seconda delle posizioni individuali, includono:
Associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
Estorsione aggravata dal metodo mafioso
Falso ideologico
Truffa
Uso illecito di identità digitali, inclusa quella di un appartenente alle forze dell’ordine (posto ai domiciliari)
Come funzionava il sistema
L’organizzazione si articolava su tre livelli:
Professionisti (avvocati e CAF) che curavano l’iter burocratico delle pratiche di ingresso, spesso utilizzando identità digitali false.
Imprenditori compiacenti che prestavano la facciata di aziende disponibili ad assumere cittadini stranieri.
Clienti stranieri, in larga parte provenienti dal Bangladesh, disposti a pagare somme fino a 10.000 euro per ottenere documenti regolari.
Le domande venivano presentate in occasione del click day per il nulla osta al lavoro. Una volta ottenuto il silenzio-assenso, si passava alla richiesta del visto. Il costo medio per ogni pratica variava da 2.000 a 10.000 euro.
Numeri dell’operazione
Su 160.000 pratiche presentate in tutta Italia, ben 40.000 sono state istruite in Campania. Di queste, circa 4.000 sono riconducibili alla rete smantellata tra San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano.
Provvedimenti cautelari
Tra le misure eseguite ci sono:
Custodia cautelare in carcere per 14 persone, tra cui diversi avvocati e affiliati al clan
Arresti domiciliari per 20 indagati
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altre 11 persone.





