Sono ben 398 i reperti archeologici recuperati e quindi restituiti alla collettività grazie a un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Benevento, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento.
Reperti sottratti illegalmente al sottosuolo: ora tornano al pubblico
I reperti, di straordinario valore storico e archeologico, erano stati infatti sottratti illegalmente al sottosuolo e probabilmente destinati al mercato nero dell’antiquariato. Dopo il sequestro, sono stati trasferiti presso il centro operativo della Soprintendenza nel capoluogo sannita, dove funzionari del Ministero della Cultura ne hanno curato la conservazione, catalogazione e studio.
Origine e datazione: tra il VII e il IV secolo a.C.
Nonostante l’assenza dei contesti originari, l’analisi degli esperti ha permesso di ipotizzare la provenienza dei reperti: la maggior parte risale al periodo compreso tra il VII e il IV secolo a.C. ed è riconducibile al territorio del Sannio caudino, oltre che a contesti funerari di prestigio nel Lazio, in Campania e in Puglia.
Tra i manufatti spiccano:
Un raro elmo apulo-corinzio in bronzo
Ceramica d’impasto
Vasi attici a figure rosse
Vasi italioti e in bucchero
Pendenti in bronzo
Statuette votive
Lucerne antiche
Monete romane di epoca repubblicana e imperiale
I reperti saranno esposti al pubblico
La Soprintendenza ha inoltre annunciato l’inserimento dei reperti nel percorso di visita del centro operativo di Benevento, diretto dall’archeologo Simone Foresta. Si tratta di una scelta che punta non solo alla tutela del patrimonio, ma anche alla sua valorizzazione culturale e didattica.
Il commento del soprintendente Mariano Nuzzo
“La restituzione di questi reperti alla collettività – ha dichiarato il soprintendente Mariano Nuzzo – segna infatti un passaggio fondamentale nella tutela del patrimonio culturale. Questi 398 manufatti, sottratti all’ombra del traffico illecito, ritrovano oggi la loro dignità pubblica, grazie alla proficua collaborazione tra il Ministero della Cultura e la Guardia di Finanza.”
Nuzzo ha poi lanciato un appello alla comunità:
“Invitiamo chiunque detenga reperti archeologici illegalmente a riconsegnarli. La Soprintendenza saprà prendersene cura, trasformando ogni recupero in educazione, memoria e futuro condiviso.”





