“L’omicidio di Emanuele Tufano sia da monito per la città. Nessun territorio deve essere lasciato alle leggi della strada”. Così si è espressa Patrizia Imperato, capo della Procura della Repubblica per i minorenni di Napoli, durante la conferenza stampa convocata per illustrare i contenuti dell’inchiesta sugli omicidi di Emanuele Tufano ed Emanuele Durante.
Tufano, appena 15enne, è stato ucciso nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso in via Carminiello al Mercato, nel corso di uno scontro armato tra gruppi criminali rivali appartenenti al rione Sanità e al quartiere Mercato.
“Una scena da Far West”
Secondo Imperato, l’episodio racconta la storia di una vera e propria “guerriglia urbana”. I clan si affrontano, invadono reciprocamente i territori e sparano “con armi in pugno, senza pietà”. La dinamica dell’omicidio Tufano, ha sottolineato, somiglia a una “scena da Far West”, segno evidente di un’escalation di violenza che coinvolge adolescenti, spesso vittime e carnefici al tempo stesso.
“Morire sotto il fuoco amico”
Imperato ha poi rivolto un appello ai giovani, ricordando che “l’uso delle armi lascia una scia di sangue inevitabile, come inevitabile è anche morire sotto il fuoco amico”. Parole dure che sottolineano l’assurdità e la tragicità di una spirale criminale che coinvolge sempre più minorenni.
Il ruolo delle istituzioni
Infine, la procuratrice ha richiamato le istituzioni a un maggiore impegno: “Prevenire questi gravi episodi spetta a tutti. Come procura, insieme a carabinieri, polizia e forze dell’ordine, abbiamo dimostrato di essere presenti e di aver ricostruito quanto accaduto. Ora serve una risposta collettiva e decisa”.





