Il numero chiuso al Parco Archeologico di Pompei, introdotto per regolamentare gli ingressi e tutelare il sito, ha generato forti disagi durante il ponte del 1° maggio. Il limite giornaliero fissato a 20mila visitatori ha causato code chilometriche, con numerosi turisti costretti ad attendere per ore sotto il sole senza poi riuscire ad acquistare i biglietti.

Caos fuori dagli Scavi: “In fila per ore, ma i biglietti erano finiti”
Fin dalle prime ore del mattino, migliaia di visitatori si sono accalcati all’ingresso degli scavi. Nonostante la presenza di voucher online e accessi differenziati per i prenotati, il sistema non ha retto all’afflusso straordinario di visitatori. Quando i biglietti sono terminati, i cancelli sono stati chiusi con lucchetti, e all’esterno è stato affisso un cartello con la scritta “Sold out”. Scene riprese anche da numerosi video condivisi dai presenti sui social.

Molti turisti, dopo lunghe attese infruttuose, hanno manifestato il loro malcontento. Le proteste sono state immediate, con visitatori che lamentavano una mancanza di organizzazione e una gestione inadeguata dei flussi in uno dei siti archeologici più visitati d’Italia.

Le agenzie di viaggio: “Occorrono interventi strutturali”
A intervenire sulla vicenda sono stati Cesare Foà, presidente di ADV Unite, e Agostino Ingenito, coordinatore di Guestitaly, associazione per la tutela dei viaggiatori. Entrambi hanno denunciato criticità gravi nella gestione dell’accesso non solo a Pompei, ma anche in altri siti culturali e naturalistici della Campania, come il Vesuvio.

“Abbiamo un indotto turistico a rischio – affermano – per la scarsa attenzione organizzativa e per la mancata distribuzione equa dei biglietti agli operatori accreditati. I turisti con biglietti già pagati sono costretti a mettersi in doppia fila: prima per ritirare il biglietto e poi per entrare, senza controlli adeguati e con tempi incompatibili per chi viaggia in crociera o con tour organizzati”.

Secondo le associazioni, anche i visitatori individuali e i gruppi non organizzati sono vittime del sistema attuale, che non tutela né l’esperienza dei turisti né il patrimonio culturale.

La richiesta: rivedere il limite dei 20mila ingressi giornalieri
Nonostante le proposte avanzate da più parti per migliorare il sistema, il Parco Archeologico di Pompei non ha ancora attuato modifiche al modello di gestione. Gli operatori del settore chiedono un confronto serio per trovare soluzioni praticabili, tra cui una distribuzione più efficiente dei ticket, l’incremento del personale, e nuove modalità di accesso controllato.