In un contesto economico complesso, segnato dall’inflazione e dal rincaro dei beni di prima necessità, per molti pensionati italiani arriva una buona notizia. Con il mese di aprile 2025, il governo ha previsto un aumento automatico delle pensioni minime, senza necessità di presentare domanda.
Una misura strutturale, non un bonus una tantum
Contrariamente a quanto avvenuto in passato con misure straordinarie, questo aumento non è un semplice bonus una tantum, ma parte di un intervento strutturale introdotto dalla Legge di Bilancio 2025. L’obiettivo è chiaro: rafforzare il potere d’acquisto delle fasce più deboli, a partire da chi percepisce l’assegno minimo pensionistico.
La rivalutazione prevista per il 2025 è pari al +2,2%, che sarà seguita da un ulteriore incremento dell’1,3% nel 2026. Si tratta dunque di un percorso progressivo, pensato per adeguare gli importi all’aumento del costo della vita.
Chi riceverà l’aumento e in che misura
Secondo quanto comunicato dall’INPS, il provvedimento riguarda principalmente i pensionati al minimo, ovvero coloro che percepiscono una pensione mensile di circa 603 euro. Con la rivalutazione di aprile, l’importo salirà a 603,40 euro, ma è previsto anche un contributo aggiuntivo pari a 100 euro per chi si trova nelle fasce più basse.
Anche chi percepisce pensioni leggermente superiori al minimo potrà beneficiare di una maggiorazione parziale, che si riduce progressivamente fino a scomparire sopra una certa soglia reddituale. La misura mira a livellare verso l’alto le pensioni più basse, offrendo un aiuto concreto a chi fatica a far fronte alle spese quotidiane.
Nessuna domanda da presentare: l’erogazione è automatica
Uno degli aspetti più apprezzati di questa iniziativa è la totale assenza di burocrazia: non è necessario presentare alcuna richiesta. L’INPS provvederà in automatico all’erogazione dell’importo spettante, che sarà visibile già nel cedolino di aprile.
Si tratta quindi di un intervento semplice, diretto ed efficace, pensato per garantire rapidità nei tempi di erogazione e ridurre il rischio di esclusione per motivi procedurali.
Perché questa misura è importante
Le ultime rilevazioni dell’Istat confermano come l’aumento del costo della vita stia erodendo in maniera significativa i redditi fissi, con un impatto particolarmente grave su beni di prima necessità come alimentari, energia e carburanti.