Il dramma di Paolo Silletti, il 33enne di Santeramo in Colle, si è concluso tragicamente il 10 aprile 2024, quando ha deciso di togliersi la vita lanciandosi dal balcone di casa. Alla base del suo gesto, secondo la Procura di Bari, ci sarebbero stati i continui maltrattamenti psicologici subiti dalla moglie, Morsy Noura Said Saad Mohamed, una 28enne di origine egiziana.
Un Matrimonio Segnato da Minacce e Pressioni
La relazione tra Silletti e la moglie si era rivelata sempre più difficile e tormentata. Nel corso del tempo, la donna avrebbe più volte minacciato di portare via la loro figlia e impedirgli di vederla. Secondo gli atti dell’accusa, uno dei messaggi ricevuti dal marito nell’autunno del 2023 recitava:
“Se non mi mandi i soldi, non vedrai più tua figlia”.
Questa non sarebbe stata la prima volta che la donna si allontanava da casa con la bambina. Già nel 2019, quando la piccola aveva solo cinque mesi, la madre l’aveva portata in Egitto, trattenendosi per quattro mesi invece delle poche settimane promesse. Nel 2023, un nuovo viaggio a Sharm El Sheikh per “sistemare casa” – finanziato da oltre 30.000 euro bonificati dal marito – si sarebbe trasformato in una nuova minaccia di abbandono.
Frasi come “Dirò a tua figlia che sei morto” o “Vedrai la bambina solo tramite il Consolato o la polizia”, avrebbero contribuito a un progressivo stato di prostrazione psicologica per l’uomo.
Dall’Allontanamento al Drammatico Epilogo
Dopo il rientro in Italia, la situazione familiare sarebbe peggiorata. La moglie avrebbe cacciato Silletti di casa, costringendolo a trasferirsi dai genitori. Inoltre, gli avrebbe prospettato la possibilità di denunciarlo per maltrattamenti, aggravando ulteriormente il suo stato emotivo.
Alla luce di questi elementi, la Procura di Bari ha contestato alla donna il reato di maltrattamenti, ritenendo che le continue vessazioni abbiano spinto il marito al suicidio.
L’Iter Giudiziario e la Tutela della Figlia
Ora il caso approda in Tribunale, dove la donna dovrà affrontare il giudice per l’udienza preliminare (GUP), Alfredo Ferraro. I genitori di Silletti si costituiranno parte civile, insieme alla nipotina, oggi di cinque anni.
Vista la posizione della madre come imputata, il giudice ha nominato un curatore speciale per la bambina, che potrebbe essere coinvolta in future decisioni sulla potestà genitoriale. In caso di rinvio a giudizio o condanna, i nonni paterni potrebbero avanzare richieste di tutela legale nei confronti della minore.