A Napoli monta la protesta contro le riprese di “Gomorra – Le Origini”, il prequel della celebre serie televisiva. Nei Quartieri Spagnoli, dove la produzione sta girando alcune scene, sono comparsi striscioni di dissenso con slogan come “Speculative riprese, imperdonabili offese” e “Ciak si gira, Napoli di mira”.

I residenti della zona, attraverso video e post sui social, criticano la scelta di continuare a raccontare Napoli attraverso la lente della criminalità, temendo che ciò possa alimentare stereotipi dannosi. A sostenere la protesta è l’associazione culturale Neoborbonica, con il presidente Gennaro De Crescenzo in prima linea nel denunciare le conseguenze di questa narrazione.

Napoli e la lotta agli stereotipi: “Si rafforza un’immagine distorta”
Secondo i contestatori, il problema principale è che film e serie tv continuano a dipingere Napoli come simbolo di criminalità e degrado, ignorando la sua ricchezza culturale, artistica e scientifica.

“Ancora una volta, la nostra città viene sfruttata come set per una narrazione che continua a danneggiarne l’immagine”, ha dichiarato De Crescenzo. “Cinema e televisione hanno contribuito a diffondere un’idea sbagliata di Napoli, con conseguenze reali: allontanano investitori, danneggiano il turismo e condizionano intere generazioni, spingendo i più giovani a identificarsi con modelli sbagliati”.

L’associazione sottolinea che Napoli non è solo criminalità, ma una città con una storia millenaria fatta di cultura, arte e innovazione.

Preoccupazione per il coinvolgimento di minori nel casting
Un ulteriore motivo di allarme è la ricerca di comparse tra i 14 e i 17 anni per la serie. Secondo De Crescenzo, questa scelta potrebbe essere pericolosa:

“Apprendere che la produzione stia cercando ragazzi così giovani è un segnale gravissimo. Si continua a insistere su un immaginario che avvicina i giovanissimi a un mondo che non dovrebbe appartenere loro”.

L’idea che adolescenti possano essere coinvolti in ruoli che raccontano la criminalità fa temere che possa rafforzarsi un senso di identificazione sbagliato, con possibili implicazioni sociali e culturali.