Un dramma che poteva essere evitato. Mercoledì scorso, a Caprarola (provincia di Viterbo), Renzo Cristofori, 68 anni, netturbino, è stato brutalmente ucciso con più coltellate da Ian Patrick Sordo, un 31enne con gravi problemi psichiatrici. L’aggressione è avvenuta dopo il rifiuto di Cristofori di consegnare del denaro richiesto da Ian.

La Dinamica dell’Omicidio
Secondo le ricostruzioni, Ian, già noto per comportamenti violenti e diagnosticato come socialmente pericoloso, ha bussato insistentemente alla porta di Cristofori chiedendo soldi. Dopo il rifiuto, il 31enne ha aggredito il netturbino, infliggendogli più coltellate. La vittima, ferita, ha tentato di chiedere aiuto prima di accasciarsi su una panchina nei pressi del proprio portone, dove è deceduta.

Ian è stato successivamente fermato e ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio durante l’interrogatorio con il PM, nonostante la presenza di un testimone che ha assistito alla scena.

Un Problema Giudiziario e Sanitario
La vicenda di Ian Patrick Sordo rappresenta un fallimento del sistema giudiziario e sanitario.

Diagnosticato come incapace di intendere e volere, Ian era stato riconosciuto socialmente pericoloso e destinato a una Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS). Tuttavia, non c’era posto disponibile, e il giovane era rimasto in attesa, vivendo da solo in un appartamento affittato dalla madre.
Le misure di controllo previste – come il divieto di uscire la sera – si sono rivelate inefficaci, poiché nessuno verificava che venissero rispettate.
Un Sistema Sotto Accusa
La Società Italiana di Psichiatria ha definito il caso una “morte annunciata”, criticando la legge 81, che disciplina la gestione delle persone con problemi psichiatrici giudicati socialmente pericolosi. Questa legge, nata per superare l’era dei manicomi giudiziari, ha messo in evidenza le gravi lacune nell’offerta di strutture come le REMS, insufficienti rispetto alle necessità.