Nel quartiere Pianura di Napoli, già segnato da una lunga storia di faide camorristiche, continua a regnare la tensione nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine. Un nuovo episodio di violenza ha scosso la zona domenica sera, quando un ordigno ad alto potenziale è stato fatto esplodere davanti al palazzo in via Nabucco, dove vive Antonio Lago, presunto reggente del clan locale.
La detonazione e i danni
L’esplosione, avvenuta intorno alle 23, ha devastato l’androne dell’edificio, distruggendo completamente il portone e provocando ingenti danni materiali. Fortunatamente, a causa dell’orario, nessuno è rimasto ferito.
Secondo le prime ricostruzioni, il bersaglio dell’attentato era proprio Antonio Lago, 47 anni, considerato il leader del clan ereditato dallo zio Pietro Lago, detto ‘o ciore, figura storica della camorra di Pianura e protagonista delle sanguinose faide con i Marfella negli anni Duemila.
L’attacco e il contesto criminale
Questo episodio segue una serie di attacchi mirati che coinvolgono Lago. Già lo scorso anno, il ras era stato vittima di un agguato per il quale, a ottobre 2023, erano stati arrestati alcuni sospetti, tra cui diversi membri di clan rivali.
Le intercettazioni telefoniche relative a quei fatti hanno offerto uno spaccato inquietante delle dinamiche criminali. Durante una conversazione, Beniamino Ambra, uno degli indagati, criticava l’esecuzione del piano:
«Doveva fare sparare me… Carmine non l’ha ucciso, l’ha preso solo a una coscia. Ora loro sanno che siamo stati noi e siamo in guerra».
Questa affermazione, confermata da altri dialoghi intercettati, ha aiutato gli investigatori a ricostruire le responsabilità di un agguato fallito e delle sue conseguenze sulla rete criminale.
Gli arresti del clan Marsicano e la nuova faida
Poche ore dopo l’attentato in via Nabucco, la polizia ha eseguito un blitz contro la cosca capeggiata da Emanuele Marsicano, smantellando parte della rete criminale di Pianura. Tra i cinque arrestati figurano figure di spicco, come Patrizio Cuffaro ed Emanuele Bruno, ritenuti responsabili di numerosi atti violenti, inclusi agguati e omicidi mirati.
Le dichiarazioni e le intercettazioni raccolte dagli inquirenti suggeriscono che gli equilibri tra i clan locali siano nuovamente in crisi, con il rischio di un’ulteriore escalation di violenza.
Le indagini in corso
Gli investigatori stanno ora cercando di individuare i responsabili del nuovo attentato. Si punta sull’analisi delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona e su ulteriori elementi raccolti nel contesto del blitz contro il clan Marsicano.