Una donna di 78 anni, residente a Parma, è stata condannata per aver percepito indebitamente l’assegno di reversibilità dall’INPS per oltre 43 anni, accumulando un totale di 276mila euro. Il marito della donna era deceduto nel 1978, e un anno dopo lei si è risposata, ma non ha mai comunicato il secondo matrimonio all’INPS, come richiesto dalla normativa. Questo silenzio ha permesso che l’istituto previdenziale continuasse a versarle la pensione di reversibilità per decenni, ignorando la frode fino a dicembre 2022.

Secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Parma, l’errore amministrativo è scoperto solo grazie alla denuncia della responsabile della sede locale dell’INPS. La donna è accusata di percezione indebita di erogazioni pubbliche e, martedì, è condannata a 1 anno e 10 mesi di reclusione, con la pena sospesa e senza menzione nel casellario giudiziale.

Il Risarcimento e la Confisca
La condanna include anche il risarcimento di 280.160 euro all’INPS, che si era costituita parte civile nel processo. Gli importi indebitamente ricevuti dalla signora saranno confiscati, ma se non dovessero esserci sufficienti fondi sul suo conto, si procederà al pignoramento di beni mobili e immobili o eventuali quote societarie di sua proprietà.

La Difesa della Pensionata
In aula, la donna ha dichiarato: “Signor giudice, io ho sempre presentato tutta la documentazione richiesta dal Caf. Non mi è mai fatto alcun rilievo, quindi pensavo fosse tutto a posto”. Nonostante le sue affermazioni, il tribunale ha riconosciuto la frode, sottolineando che l’assegno di reversibilità non avrebbe dovuto essere concesso a seguito del suo secondo matrimonio, come stabilito dalle normative vigenti.