Che cos’è, come funziona e perché il fenomeno del “malessere” è stato così d’impatto per la Generazione Z napoletana su TikTok e quali potrebbero essere le conseguenze dell’espansione di questo modello di relazione affettiva, un modello che legittima a Napoli e dintorno il dominio e la violenza maschile? Che ruolo gioca la piattaforma TikTok nella diffusione di questi contenuti misogini e sessisti? Sono queste alcune delle domande intorno a cui si articola il lavoro del Centro studi digitali Il Malessere dell’Università Federico II di Napoli che, in collaborazione con la Fondazione Una Nessuna Centomila e la cooperativa sociale EVA, organizza il prossimo mercoledì 8 maggio, dalle 11 alle 13:30, l’incontro Il MalEssere: Università e Industria culturale in dialogo, presso La Buvette di EVA al Teatro Mercadante di Napoli.
Aperto dagli interventi di Giulia Minoli, presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila, Daniela Santarpia, presidente della cooperativa sociale EVA, e Adam Arvidsson, professore ordinario di Sociologia all’Università Federico II di Napoli, l’incontro è articolato in tre panel in cui dottorandi/e e ricercatori del Centro studi digitali Il Malessere come Roberto Graziano, Sabrina Bellafronte, Camilla Volpe, Brigida Orria, Vincenzo Luise e Luca Recano si confronteranno con rappresentanti del mondo della cultura, del cinema e della televisione impegnati/e nel Laboratorio artistico della Fondazione Una Nessuna Centomila, per guardare a questo fenomeno da diversi punti di vista e non solo da quello di TikTok.
A parlare dell’amore attraverso la lente dell’idealtipo “malessere” saranno Giovanna Sannino e Gaetano Migliaccio, attori già protagonisti di Mare Fuori, la serie TV che ha contribuito diffonderlo oltre la cornice di TikTok. Violenza, misoginia e stereotipi di genere che si celano dietro il “malessere” su TikTok saranno invece analizzati da Carmen Festa, psicologa e psicoterapeuta della cooperativa EVA, insieme a Romana Maggiora Vergano, che in C’è ancora domani, il pluripremiato film di Paola Cortellesi, dà voce e volto alla figlia della protagonista.
Infine con Lucariello, musicista e cantante che da anni porta il rap negli istituti penali minorili come strumento di consapevolezza di sé e riscatto, si guarderà a come la cultura può costruire modelli alternativi utilizzando codici e linguaggi condivisi. Di valore simbolico è la sede scelta per l’incontro. La Buvette di EVA è infatti un progetto per l’inserimento lavorativo e il sostegno all’autonomia economica di donne in uscita dalla violenza, realizzato dalla cooperativa sociale EVA in partenariato con il Teatro di Napoli, prendendo in gestione le caffetterie dei Teatri Mercadante e San Ferdinando.





