Nella notte tra il 31 aprile e il primo maggio, un’escalation di eventi ha scosso l’Ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, quando una coppia di giovani ha aperto una diretta su TikTok, lanciando pesanti accuse contro il personale del pronto soccorso. Tuttavia, una ricostruzione dettagliata dei fatti, condotta dall’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, ha rivelato una verità molto diversa da quella raccontata dai giovani. Secondo quanto emerso, uno dei giovani contatta il 118 per segnalare il mal di stomaco e le vertigini del suo fidanzato. Trasportati in ambulanza all’Ospedale Santa Maria delle Grazie, il paziente è “triagiato” come codice verde e messo in attesa dopo un normale elettrocardiogramma di routine. Dopo un’attesa di due ore, durante la quale i pazienti avrebbero avuto un alterco con il personale riguardo ai tempi di attesa, la situazione degenera quando aggrediscono e filmano con il cellulare gli infermieri di triage.

Il personale del pronto soccorso, secondo quanto riportato, avrebbe cercato di far rispettare le regole interne dell’ospedale, invitando il paziente a non filmare all’interno della struttura. Tuttavia, di fronte al rifiuto e all’escalation della situazione, i giovani avrebbero continuato a filmare e a minacciare il personale sanitario.

Dopo essere allontanati dal pronto soccorso, i giovani hanno deciso di aprire una diretta su TikTok, accusando pubblicamente il personale sanitario del pronto soccorso di aggressione. Tuttavia, le loro accuse sono prontamente smentite dal giornalista Pino Grazioli, che si è recato di persona in ospedale per verificare la situazione e non ha trovato alcuna prova a sostegno delle loro affermazioni.

La vicenda ha scosso profondamente l’ospedale e la comunità locale, mettendo in luce l’importanza di una corretta informazione e di una valutazione accurata dei fatti prima di lanciare accuse infondate nei confronti del personale sanitario. Grazie all’intervento tempestivo del giornalista Pino Grazioli, è stata fatta chiarezza su una situazione che avrebbe potuto causare danni irreparabili alla reputazione degli operatori sanitari coinvolti.