Lo scorso sabato, nell’ala del pronto soccorso dell’Ospedale Santo Spirito di Roma, si è consumato un ennesimo episodio di truffa ai danni di pazienti anziani, portando all’arresto di Sara S., una 41enne romana ora accusata di truffa aggravata. La sua modus operandi? Fingeri di essere un’operatrice sanitaria per sottrarre preziosi agli ignari pazienti. La storia prende vita quando Sara S. si avvicina a una 70enne in viaggio a Roma, ricoverata per un malore. Approfittando della condizione di smarrimento della donna anziana, la truffatrice convince la vittima a consegnarle cinque anelli d’oro, affermando che dovevano essere tolti prima di un esame diagnostico. Fortunatamente, un’altra paziente, sospettando dell’operato della presunta operatrice, contatta una guardia giurata del nosocomio, mettendo così fine al tentativo di furto.
Il vigilante, intervenuto prontamente, riesce a intercettare Sara S. mentre tenta la fuga dopo aver restituito gli anelli e aver spintonato l’addetto alla sicurezza. Tuttavia, la sua versione dei fatti si rivela traballante quando interrogata sulla sua supposta professione di paramedico a bordo di un’ambulanza del 118. Quando richiesto di mostrare il tesserino identificativo, la truffatrice afferma di averlo smarrito e di non aver ancora sporto denuncia.
Gli inquirenti ascoltano attentamente i testimoni dell’accaduto: la paziente che ha dato l’allarme, la vittima e suo marito. Nessuno di loro riconosce Sara S. come un’operatrice sanitaria o come conoscente. In particolare, il marito della vittima smentisce categoricamente di aver ricevuto comunicazioni riguardanti la necessità di sottoporre la moglie a una TAC.
La truffatrice viene così arrestata e trattenuta nelle camere di sicurezza della questura in attesa del processo per direttissima. Durante l’udienza, il pubblico ministero Gianluca Mazzei chiede e ottiene dal giudice la custodia cautelare in carcere per Sara S., già gravata da un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per reati precedenti.