In un’officina Eav di Ponticelli ha preso forma un’opera artistica inusuale, il “Treno di Natale” ideato da Ciro Iacomino, noto come Pluto nel mondo dei writers. Un viaggio artistico destinato a percorrere le linee vesuviane di Eav, questo straordinario progetto, intitolato “Reborn Hope”, raffigura un Babbo Natale contemporaneo, affiancato da elfi e folletti, che porta un messaggio di speranza e fiducia nel mondo. L’opera è creata in tempi record per non interferire con il normale servizio ferroviario e per evitare qualsiasi disagio per i passeggeri, come comunicato dall’azienda stessa. Questo treno rappresenta un passo avanti nel dialogo aperto tra Eav e i writers, mirato a regolamentare l’arte dei graffiti sui mezzi più datati, risolvendo le problematiche legate ai costi di rimozione e al disagio dei viaggiatori.

L’azienda, attraverso una nota ufficiale, ha sottolineato l’importanza di consentire l’espressione artistica in totale sicurezza, paragonando la creazione di graffiti all’autorizzazione e alla realizzazione di murales, sostenendo che l’essenziale sia ottenere l’autorizzazione e assicurare la sicurezza nella realizzazione.

Questa iniziativa potrebbe rappresentare un nuovo modo di vedere l’arte urbana, aprendo la strada a un dialogo costruttivo tra artisti e istituzioni, trasformando spazi comuni in opere d’arte pubblica e incoraggiando l’uso creativo degli spazi urbani.

Il “Treno di Natale” di Pluto non è solo un’opera artistica, ma un messaggio di speranza e possibilità, un’apertura a un nuovo modo di considerare l’arte e la sua relazione con l’ambiente urbano e sociale.

La sua circolazione sulle linee vesuviane di Eav potrebbe rappresentare un esempio tangibile di come l’arte, quando integrata nel contesto appropriato e autorizzata, possa arricchire l’esperienza quotidiana dei viaggiatori, trasformando un semplice viaggio in treno in un’occasione per entrare in contatto con la creatività e il messaggio di speranza che l’arte può trasmettere.

La realizzazione del “Treno di Natale” apre la strada a un nuovo capitolo nella relazione tra l’arte urbana e gli spazi pubblici, e potrebbe essere un passo significativo per avviare una discussione più ampia su come l’arte possa contribuire alla trasformazione positiva delle comunità.