Nell’ambito delle operazioni di esecuzione di un decreto di sequestro preventivo, la Guardia di Finanza di Napoli ha sequestrato cinque lingotti d’oro. Questa azione è avvenuta in seguito a un’indagine avviata dalla procura di Nola su quattro società di capitali operanti nell’hinterland napoletano. Le società erano coinvolte in una frode fiscale consistente nell’importazione dall’estero di vari componenti elettronici come batterie, rullini fotografici, articoli per fumatori e cavi elettrici, nonché nell’omesso versamento dell’IVA.

Le indagini finanziarie condotte dai finanzieri della compagnia di Casalnuovo di Napoli, analizzando i documenti di trasporto e raccogliendo informazioni testimoniali, hanno scoperto un meccanismo fraudolento noto come “frode carosello”. Tre società “cartiere” importavano la merce in Italia senza pagare l’IVA, per poi rivenderla a prezzi ridotti a una quarta società, effettivamente operativa, che a sua volta cedeva i prodotti ai destinatari finali.

Questo meccanismo fraudolento ha portato, secondo gli inquirenti, a un’evasione dell’IVA per oltre 5,5 milioni di euro, causando un danno all’erario. In risposta a ciò, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Nola ha emesso un decreto di sequestro preventivo, mirato a sequestrare denaro per un valore pari all’importo dell’IVA evasa da ciascuna società coinvolta. In caso di mancanza di denaro da parte delle società, è disposto il sequestro di beni equivalenti appartenenti ai quattro indagati.

Durante le operazioni, sono sequestrati denaro contante, 3 fabbricati, 4 terreni, 5 lingotti d’oro e un orologio di notevole valore. Questo sequestro è stato finalizzato a garantire un recupero dell’importo dell’IVA evasa, nel caso in cui non fosse disponibile il denaro direttamente dalle società coinvolte, coinvolgendo invece i beni dei quattro indagati responsabili del meccanismo fraudolento.