Un errore inaspettato durante una spesa può capitare a chiunque, ma ciò che succede dopo può determinare la differenza tra un semplice inconveniente e una vera e propria Odissea. Questo è quello che è successo a una donna di Pordenone, N.S., la quale ha vissuto un’esperienza spiacevole dopo aver scoperto un addebito sbagliato sul suo conto bancario a seguito di un acquisto presso un supermercato Lidl nella zona. Il fatto è riportato dal Gazzettino e ha suscitato l’attenzione dell’Associazione per la tutela dei consumatori, Adoc. La cliente ha effettuato una spesa per un valore di 16,9 euro, pagando con il suo bancomat. Tuttavia, quando ha controllato il suo estratto conto, ha scoperto che le era addebitata una cifra di 47,3 euro, ben 30 euro in più di quanto avesse effettivamente speso.

Decisa a ottenere il rimborso per l’importo erroneamente addebitato, la donna è tornata al supermercato per risolvere la situazione. Purtroppo, qui sono iniziati i suoi problemi. Le sue lamentele sono ignorate sia dalla cassiera che dal personale presente, e non le è concesso di parlare con il responsabile dello store di via Ungaresca.

Il modo in cui è trattata ha lasciato la cliente con un senso di umiliazione. Costretta ad aspettare inutilmente per più di 20 minuti, mentre il personale ha controllato in modo non gentile la borsa della sua spesa, come se avesse rubato qualcosa. Infine, la donna è invitata a chiamare il numero verde del supermercato per risolvere la questione.

Purtroppo, anche la chiamata al numero verde non ha portato alla soluzione del problema. Non solo non sono forniti spiegazioni o informazioni sul personale responsabile, ma le è detto che, se voleva parlare col dirigente, avrebbe dovuto recarsi di persona nel punto vendita, poiché i telefoni non erano più presenti nei negozi. Le è stato suggerito di inviare una mail di reclamo, ma nemmeno questa ha sortito alcun effetto.

Il supermercato, nonostante la cliente avesse fornito una prova dell’addebito sbagliato da parte della banca, ha negato ogni addebito, affermando che non erano emerse problematiche. Hanno persino elogiato la professionalità dei propri dipendenti, sottolineando la precisione, l’efficienza e la trasparenza nei confronti del cliente.

In altre parole, sembrava che il supermercato non volesse prendere responsabilità per l’errore e che la cliente dovesse accettare di aver pagato la spesa più del doppio del dovuto.