Milioni di pensionati possono finalmente gioire in vista dei prossimi aumenti dell’assegno previdenziale. L’Inps ha annunciato che presto sarà introdotto un incremento significativo nelle pensioni, portando sollievo a numerosi beneficiari. In questo articolo, esamineremo da vicino tutte le informazioni e le novità in merito. La legge di Bilancio 2023, approvata lo scorso gennaio, ha stabilito la rivalutazione delle pensioni minime. Quest’anno, il trattamento minimo è stato fissato a 563,74 euro. Di fronte all’aumento dei prezzi che non si verificava da anni e ai tassi d’interesse preoccupanti, il Governo Meloni ha deciso di intervenire e di porre l’attenzione sulle pensioni minime.
L’assegno pensionistico subirà un incremento dell’1,5% per i soggetti con meno di 75 anni, mentre una rivalutazione del 6,4% sarà applicata a coloro che percepiscono una pensione pari o inferiore a 563,74 euro e hanno più di 75 anni.
I benefici delle pensioni più elevate sono inizialmente previsti a partire da gennaio, ma un piccolo errore di calcolo ha causato un ritardo nell’implementazione delle misure. Tuttavia, l’Inps ha recentemente comunicato che gli aumenti saranno erogati a partire dal mese di luglio, compresi gli arretrati relativi ai mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio e giugno. Il Governo Meloni ha mantenuto la promessa di elevare le pensioni minime a almeno 600 euro. Pertanto, grazie alla rivalutazione del 6,4%, coloro che attualmente percepiscono una pensione di 563,74 euro e hanno 75 anni o più, riceveranno un assegno di circa 600 euro a partire da luglio.
È importante sottolineare che queste cifre si riferiscono solo al 2023, poiché il trattamento previdenziale minimo è aggiornato annualmente. Inoltre, fonti governative hanno suggerito che, molto probabilmente, a partire dal prossimo anno, si preveda un incremento del 2,7% per tutte le pensioni minime, indipendentemente dall’età.
Ma non è tutto: il Governo sta lavorando a una riforma più ampia del sistema pensionistico per superare la legge Fornero, che ha fissato l’età pensionabile a 67 anni. Uno degli obiettivi di Giorgia Meloni e della sua squadra di governo è consentire a tutti di accedere alla pensione dopo aver contribuito per 41 anni, indipendentemente dall’età anagrafica. Attualmente, la riforma ha subito rallentamenti a causa della mancanza di risorse economiche. Tuttavia, un’opzione possibile è rappresentata dalla Quota 103, un sistema di prepensionamento che sostituisce la precedente Quota 100, introdotta dalla Lega ma abolita nel 2021. Con la Quota 103, è possibile andare in pensione a 62 anni con almeno 41 anni di contributi.