Il Reddito di cittadinanza, misura simbolo del Movimento 5 Stelle, sta per subire un’ulteriore riforma, che sarà resa nota nel corso del Consiglio dei ministri del 1° maggio. L’obiettivo del governo è ridurre ulteriormente questa misura, ma non è ancora chiaro in che modo sarà effettuata la riforma. Le bozze del testo messo a punto dal Ministero del Lavoro sono giudicate finora troppo larghe rispetto all’obiettivo di palazzo Chigi, cioè l’abolizione totale del sussidio. L’idea di suddividere il Reddito di cittadinanza in tre diverse misure (Gil, Pal e Gal) potrebbe essere scartata a favore di una stretta ancora più significativa.

Non dovrebbe cambiare l’impostazione della Garanzia per l’inclusione (Gil), ovvero la misura destinata ai nuclei familiari al cui interno è presente un disabile, un minore, un soggetto con almeno 60 anni di età, oppure una persona a cui è riconosciuto l’assegno per l’invalidità civile. Insomma, a grandi linee salterebbero 350 euro a beneficiario.

Pal e Gal, invece, potrebbero essere tagliati, portando alla prossima Manovra circa 2,2 miliardi di euro. In particolare, la Garanzia per l’attivazione lavorativa (Gal) prevede 350 euro al mese per un anno agli occupabili senza lavoro che oggi percepiscono il reddito e da agosto (quando il sussidio decadrà) si troveranno senza entrate. Secondo le stime del Ministero del Lavoro, ci sarebbero circa 426mila potenziali richiedenti per questa misura.