Il reddito di cittadinanza, introdotto dal governo Meloni, sta per giungere al termine. Infatti, tra sei mesi circa 600.000 persone perderanno il diritto a questo sussidio, che sarà sostituito da una nuova prestazione di sostegno a partire dall’anno prossimo. Chi tra i percettori del reddito di cittadinanza è classificato come “occupabile” e rifiuterà un’offerta di lavoro entro l’estate, perderà il diritto al sussidio con ulteriore anticipo. Inoltre, la formazione obbligatoria per i più giovani rappresenta un altro capitolo importante: la mancata frequenza dei corsi comporterà la perdita dell’assegno, ma la stretta in questo senso deve ancora essere applicata. Nel 2022 sono spesi per il reddito di cittadinanza quasi 8 miliardi di euro, e lo scorso anno, secondo i dati Inps, 1.685.161 famiglie hanno avuto accesso alla misura di contrasto alla povertà, per un totale di 3.662.803 persone coinvolte e un importo medio erogato di 551 euro.

Per il mercato del lavoro, la fine del reddito di cittadinanza potrebbe rappresentare una svolta importante, poiché il sussidio avrebbe avuto un effetto disincentivante sulla ricerca di occupazione, secondo numerosi osservatori. In conclusione, con la fine del reddito di cittadinanza, il governo sta cercando di incoraggiare la ricerca di lavoro e la formazione professionale per aumentare la produttività del paese e promuovere la crescita economica.