È morta nelle scorse ore Raffaella D’Alterio, conosciuta negli ambienti criminali come “A’ miciona”, considerata per anni la reggente del clan Pianese-D’Alterio di Qualiano, nell’area nord di Napoli. La donna è deceduta presso l’ospedale dell’Aquila, dove era ricoverata da tempo a causa di una grave malattia. Detenuta in regime di carcere duro (41-bis), D’Alterio aveva più volte chiesto – attraverso i propri legali e familiari – la scarcerazione per motivi di salute, ma le richieste erano state sempre rigettate dalle autorità giudiziarie competenti.

L’arresto e la condanna

Raffaella D’Alterio finì arrestata il 26 giugno 2012 durante un’operazione dei carabinieri che aveva portato al fermo di 66 persone, tra presunti affiliati e fiancheggiatori del clan di Qualiano, e al sequestro di diversi beni riconducibili all’organizzazione.

Secondo le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, la donna avrebbe assunto la guida del gruppo criminale dopo la morte del marito, Nicola Pianese, ucciso in un agguato nel 2006.

L’ex boss era poi condannata per duplice omicidio, in relazione alle uccisioni di Antonio Sarappa e Carmine Starace, avvenute nel 2008. Gli inquirenti ritenevano che i delitti fossero ordinati dalla stessa D’Alterio nell’ambito di contrasti interni al clan.

La detenzione al 41-bis

Da diversi anni Raffaella D’Alterio si trovava nel carcere dell’Aquila, sottoposta al regime del 41-bis, previsto per i detenuti ritenuti ancora in grado di mantenere rapporti con le organizzazioni criminali esterne. Le sue condizioni di salute si erano aggravate negli ultimi mesi, fino al decesso avvenuto nella struttura sanitaria penitenziaria.