Tragedia nelle carceri italiane: una donna di 52 anni di Terracina, Daniela Zucconelli, si è tolta la vita nella notte tra giovedì e venerdì nel carcere femminile di Rebibbia. La donna era detenuta per una condanna definitiva a otto anni per tentato omicidio in concorso, relativa a un episodio avvenuto nel 2020 a Terracina.

Le circostanze del suicidio

Secondo le prime ricostruzioni, Zucconelli si sarebbe impiccata nella sua cella. La vicenda è ora al centro di un’inchiesta volta a verificare eventuali responsabilità riguardo la sorveglianza.

Il Garante dei detenuti della Regione Lazio, Stefano Anastasia, ha commentato l’accaduto sottolineando la storia di fragilità della donna: «Una persona con dipendenze pregresse, una pena ancora lunga da scontare e senza relazioni affettive esterne. Ancora una volta emerge una storia di solitudine e disperazione, che evidenzia gravi lacune nelle risposte sociali e assistenziali».

La storia e la condanna

Zucconelli era già comparsa sulle cronache locali a 24 anni, ma il caso più rilevante risale al settembre 2020. In una centralissima via Roma a Terracina, un uomo di 51 anni fu accoltellato e ferito al torace. Dopo i primi soccorsi fu trasferito a Roma, riportando lesioni non gravi. Subito dopo l’episodio, Daniela Zucconelli e una presunta complice furono arrestate.

Nel 2021 il Tribunale di Latina condannò Zucconelli a otto anni di reclusione e l’altra donna a cinque anni. Da allora la 52enne era ristretta a Rebibbia.

I numeri dei suicidi in carcere

Secondo il Garante dei detenuti, dall’inizio dell’anno sono 59 i suicidi registrati nelle carceri italiane, incluso un minorenne a Treviso. Quello di Zucconelli è il sesto suicidio nel Lazio, di cui tre a Rebibbia, due a Frosinone e uno a Regina Coeli.

Il tasso di sovraffollamento a Rebibbia raggiunge il 150%, con 377 detenute a fronte di 251 posti disponibili, un dato che contribuisce alle condizioni di pressione psicologica e disagio all’interno della struttura.

La fragilità dietro le sbarre

Il caso della donna terracinese rappresenta una storia di emarginazione, dipendenze e isolamento, condizioni purtroppo frequenti tra i detenuti italiani. Il suicidio mette in luce non solo la drammaticità della vicenda personale di Zucconelli, ma anche le criticità del sistema penitenziario e delle risposte sociali alle persone in difficoltà.