Destano sconcerto e rabbia gli ultimi sviluppi sul caso del padre arrestato per aver brutalmente picchiato il figlio 15enne con una chiave inglese a causa del suo orientamento sessuale. L’uomo, dopo un breve periodo di detenzione, è stato rilasciato, suscitando indignazione tra le associazioni per i diritti LGBTQ+ e l’opinione pubblica.
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Ancora più scioccante è stata l’accoglienza riservata all’uomo nel suo quartiere a Poggioreale, dove è stato festeggiato con fuochi d’artificio e applausi dalle famiglie della zona. Un episodio che evidenzia non solo l’impunità di certi comportamenti, ma anche il persistere di un clima omofobo e di violenza normalizzata all’interno di alcuni contesti sociali.
Il calvario del ragazzo: anni di violenze e isolamento
Secondo le testimonianze di conoscenti e vicini di casa, il 15enne subiva maltrattamenti da anni. Oltre alle aggressioni fisiche, era costretto a vivere in un garage, privato del cibo e dell’affetto di una famiglia che avrebbe dovuto proteggerlo. Una situazione che ha allarmato le associazioni per i diritti umani e LGBTQ+, che ora chiedono a gran voce giustizia per il giovane.
La denuncia di Arcigay e la richiesta di giustizia
Antonello Sannino, presidente di Antinoo Arcigay Napoli, ha commentato con fermezza l’accaduto:
«Siamo indignati. Chiediamo giustizia per il ragazzo e rispetto per tutte le vittime di omofobia, transfobia e, più in generale, di violenza nel nostro Paese».
Le organizzazioni per i diritti civili chiedono provvedimenti immediati per garantire la sicurezza del giovane, che ora rischia di subire ulteriori ritorsioni. Il caso ha acceso un dibattito pubblico sulla necessità di un maggiore impegno delle istituzioni nella lotta alla violenza domestica e alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale.