La Corte d’Assise di Salerno è il teatro di un drammatico caso di omicidio che ha coinvolto un 62enne di Scafati, Aniello Palumbo, accusato di aver ucciso la sorella, Maria Palumbo, colpendola con un martello. Il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 24 anni di reclusione, sostenendo che l’uomo abbia agito con l’intenzione di uccidere.
I fatti: un’aggressione familiare degenerata
L’episodio risale al 14 marzo 2022, quando, a seguito di un acceso litigio tra i due fratelli, la situazione è degenerata fino a culminare in un’aggressione violenta. Maria Palumbo, 58 anni, è stata colpita alla testa con un martello dal fratello Aniello, dopo un diverbio, probabilmente legato a questioni economiche, tra cui una presunta richiesta di denaro per l’affitto di un immobile.
La donna finì ricoverata d’urgenza presso l’ospedale di Nocera Inferiore, dove la sottoposero a un intervento neurochirurgico. Nonostante alcuni segni di miglioramento nelle settimane successive, la sua condizione peggiorò rapidamente, portando al suo decesso il 6 agosto 2022, circa cinque mesi dopo l’aggressione.
L’accusa e le ipotesi di difesa
Inizialmente, l’accusa a carico di Aniello Palumbo era di tentato omicidio, ma la morte della sorella ha aggravato l’imputazione in omicidio volontario. Durante il processo, il pubblico ministero ha sostenuto che Palumbo avesse la chiara intenzione di uccidere, data la brutalità del gesto e la natura delle ferite inflitte alla vittima.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Matrone, esporrà la propria versione dei fatti a fine ottobre. Sarà in quella sede che saranno chiariti eventuali elementi a favore dell’imputato, che potrebbe tentare di dimostrare che l’azione non fosse premeditata o intenzionalmente letale.
Una morte controversa: il ruolo dell’ospedale
Un elemento centrale nelle indagini è stato il ruolo giocato dalle cure ospedaliere nel decesso della donna. I familiari di Maria Palumbo avevano infatti sporto denuncia contro l’ospedale, sostenendo che la causa della morte non fosse direttamente legata alle lesioni subite durante l’aggressione, ma piuttosto a una setticemia provocata da un’infezione contratta durante il ricovero.
Questa ipotesi è successivamente archiviata dalla procura, che ha escluso responsabilità dirette della struttura sanitaria, riconducendo il decesso alle conseguenze dell’aggressione subita.
Prossimi passi del processo
Il dibattimento si concluderà nei prossimi mesi, con l’arringa della difesa prevista per la fine di ottobre. Solo dopo, la Corte d’Assise emetterà la sentenza definitiva, che determinerà se Aniello Palumbo sarà condannato ai 24 anni di carcere richiesti dall’accusa o se la difesa riuscirà a ottenere una riduzione della pena.





