Negli ultimi giorni, le carceri napoletane di Secondigliano e Poggioreale hanno vissuto momenti di estrema tensione, evidenziando ancora una volta le difficili condizioni lavorative e la pericolosità del contesto detentivo.

Aggressione a Secondigliano
Nel carcere di Secondigliano, un detenuto nordafricano, considerato inizialmente tranquillo, ha improvvisamente aggredito un sovrintendente capo coordinatore con una lametta, ferendolo vicino alla giugulare. L’episodio è raccontato da Lello Munno e Donato Vaia, rispettivamente vicesegretario regionale e delegato del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Il sovrintendente, grazie alla sua prontezza di riflessi, è riuscito a evitare conseguenze più gravi e si è recato in infermeria per ricevere le cure necessarie. Nel frattempo, il detenuto ha tentato di barricarsi in cella con delle spranghe di ferro e una bomboletta di gas con accendino, ma è stato trasferito regolarmente.

Intrusione a Poggioreale
Un altro episodio di alta tensione si è verificato nel carcere di Poggioreale. La sera del 31 maggio 2024, un uomo è riuscito a forzare l’ingresso dell’alloggio del comandante del reparto, situato all’interno della casa circondariale. L’intruso, che aveva un ordine di cattura pendente, è prontamente fermato e arrestato dal personale di polizia penitenziaria, venendo poi trasferito alla casa di reclusione di Aversa. Tiziana Guacci, segretario della Campania del Sappe, ha lodato l’operato del personale coinvolto, auspicando il riconoscimento di una ricompensa per l’importante operazione svolta.

Dichiarazioni dei Sindacati
Le recenti vicende hanno portato i rappresentanti sindacali a ribadire l’urgenza di interventi strutturali e organizzativi. Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha sottolineato come la situazione penitenziaria, sia a livello regionale che nazionale, stia diventando sempre più critica. Ha richiesto interventi immediati per garantire la sicurezza e la tutela dei poliziotti penitenziari, evidenziando come la tensione nei carceri sia ormai evidente e non più latente.