Il sostituto procuratore di Salerno, Alessandro De Vico, ha iscritto cinque persone sul registro degli indagati per la tragica morte del piccolo Francesco Pio, il bimbo sbranato e ucciso da due pitbull lunedì mattina nella frazione Campolongo di Eboli. Tra gli indagati figurano i proprietari dei cani, Gaia Sabato e Fabio Fiorillo, gli zii del piccolo presenti in casa, Simone e Giuseppe Santoro, e la madre Paola Ferrentino. A tutti è contestata l’accusa di concorso in omicidio colposo per omessa custodia degli animali.

Ieri mattina, negli uffici della Procura, è conferito l’incarico al medico legale che eseguirà l’autopsia sul corpicino del piccolo Francesco Pio. L’esame dovrebbe essere svolto presso l’obitorio dell’ospedale di Battipaglia. Il procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, che coordina le indagini, ha sottolineato la complessità della vicenda e l’importanza di rispettare il dolore umano di fronte a una tragedia così terribile.

Le indagini sono in corso per verificare esattamente tutti i profili di responsabilità. L’avvocato Daniele Olivieri, difensore di uno dei proprietari dei cani, ha dichiarato che uno dei pitbull, padre dei due animali coinvolti nell’incidente, è deceduto a causa di un trauma cranico per aver sbattuto la testa contro un cancello in ferro. Mail pitbull sarebbe morto dopo un incidente e non a causa dell’aggressione dei suoi stessi figli che poi hanno sbranata il bimbo. L’avvocato ha annunciato di avere una certificazione veterinaria per supportare questa versione.

Nel frattempo, il legale di un altro proprietario dei cani, l’avvocato Genserico Miniaci, ha rinunciato al proprio mandato. Secondo i racconti dei due proprietari dei cani, riferiti anche ai carabinieri della stazione di Santa Cecilia ad Eboli, gli animali sarebbero affidati ai due Santoro e alla sorellastra Paola Ferrentino, che vivevano nella casa. Restano ancora molti dettagli da chiarire e testimonianze discordanti da verificare.

Gli animali sono sottoposti a doppio sequestro: uno veterinario e uno giudiziario. Saranno sottoposti ad esami e saranno abbattuti solo se risulteranno affetti da rabbia. Durante il trasporto alla struttura, uno dei due cani è stato visto tremare dagli addetti e cercare affetto, mentre l’altro sarebbe rimasto nella parte coperta del box e avrebbe ringhiato. I cani non conoscevano il bambino, ma probabilmente, chiusi in una stanza dell’abitazione, ne sentivano l’odore.