È comprensibile che, per una serie di motivi, talvolta sia impossibile mantenere un impegno preso. La perfezione è un obiettivo irraggiungibile, ma quando si tratta di impegni lavorativi, le conseguenze del mancato rispetto possono essere gravi, specialmente in ambito edilizio, dove sono coinvolte abitazioni e uffici, e dove ogni ritardo può avere impatti significativi. In questo contesto, il governo ha cercato di alleviare la pressione sulle attività economiche, considerando le difficoltà causate dalla crisi economica e dai continui aumenti dei costi. Una nuova riforma mira a fornire una sorta di sanatoria, ma presenta rischi significativi, soprattutto per quanto riguarda la restituzione del Superbonus.
Già in passato si è discusso dei rischi legati al ricevere bonus o agevolazioni a cui non si ha diritto. Ci sono stati casi di falsificazione dell’ISEE, documento necessario per accedere a tali benefici statali. Queste azioni non solo costituiscono frode, ma possono anche portare alla restituzione delle somme ricevute in modo improprio.
Il rischio di restituzione diventa ancora più tangibile per coloro che non sono riusciti a completare i lavori di riqualificazione energetica entro la scadenza del 2023. Questi beneficiari del Superbonus che hanno optato per la detrazione fiscale sulle imposte potrebbero non essere inclusi nella sanatoria prevista.
È evidente che i lavori di messa a punto energetica degli edifici sono una priorità per il governo, ma è importante rispettare i tempi e gli impegni presi per evitare conseguenze finanziarie indesiderate. La cautela è fondamentale per evitare di trovarsi nella spiacevole situazione di dover restituire somme significative a causa del mancato rispetto degli impegni presi.