È una richiesta di giustizia, un grido di dolore che si leva dalle parole di Chiara Tramontano, la sorella di Giulia, vittima di un tragico omicidio insieme al suo bambino non ancora nato. A distanza di una settimana dall’inizio del processo, l’agonia di chi ha perso una figlia, una sorella, e un nipote si riversa in un appello commovente e vibrante sui social. “Chiediamo giustizia, l’ergastolo per l’essere inumano che ci ha privato di una sorella, una figlia, un’amica, un nipote ed una grande donna. Le famiglie che vivono l’ergastolo del dolore hanno diritto a giustizia e pena esemplare” – queste parole, cariche di dolore e indignazione, rappresentano la lotta di chi cerca una giustizia che possa portare un minimo di conforto in un abisso di sofferenza.
Chiara Tramontano, in vista del processo, invita a condividere il suo appello per gridare giustizia per la perdita crudele di sua sorella e suo nipote. Il suo appello è un grido per una giustizia che possa portare un senso di pace, anche se nulla potrà mai restituire ciò che è strappato via con tanta violenza.
“Vogliamo sapere di vivere in un Paese giusto. Nulla ci restituirà Giulia, ma la giustizia può alleviare il senso perenne di frustrazione e sconfitta che proviamo dinnanzi alla lapide di mia sorella”, scrive Chiara. Le parole descrivono un dolore senza fine, un vuoto che rimarrà irrimediabilmente presente.
L’appello non è solo per Giulia, ma anche per il nipote Thiago, che non potranno mai accudire, per la vita stravolta, per ogni festa e ogni momento familiare che non sarà più lo stesso senza di loro.
Nel frattempo, la difesa dell’imputato potrebbe richiedere una perizia psichiatrica. L’assassino ha sostenuto durante le indagini di essere stato posseduto dal demonio e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il processo si è aperto con l’accusa di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà e futili motivi, insieme all’accusa di interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento del cadavere.