L’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) ha avviato una nuova serie di controlli volti a garantire la corretta erogazione delle pensioni ai residenti all’estero. In particolare, l’attenzione è concentrata su destinazioni europee, africane e oceaniche, con un focus su paesi come Portogallo, Grecia, Spagna e Tunisia, che sono rinomate mete di espatrio per i pensionati italiani. L’INPS prevede di esaminare quest’anno un totale di 317.000 trattamenti previdenziali all’estero, per un valore complessivo di circa 1.435 milioni di euro.

Ridurre il Rischio di Pagamenti Post Mortem

L’obiettivo di questa operazione di controllo è ridurre il rischio di effettuare pagamenti di prestazioni previdenziali dopo la morte del beneficiario. In altre parole, l’INPS vuole garantire che le pensioni siano erogate solo a coloro che sono effettivamente in vita e hanno diritto a riceverle. Questo rappresenta un passo importante per garantire la correttezza e la trasparenza nel sistema previdenziale italiano.

Analisi sull’Iniquità tra Speranza di Vita e Importo della Pensione

Parallelamente a questa iniziativa di controllo, l’INPS ha condotto un’analisi sul legame tra la speranza di vita delle diverse categorie lavorative e l’importo delle pensioni erogate. Lo studio ha rivelato che esiste un’inequità in base alla speranza di vita, con alcune categorie di lavoratori che potrebbero percepire pensioni più basse a parità di contributi versati. Tuttavia, l’attuazione di un’eventuale correzione in questa direzione è considerata complessa.

Complessità nell’Attuazione della Correzione

La questione dell’equità nel calcolo delle pensioni sulla base della speranza di vita è complessa per diverse ragioni. Il sistema previdenziale italiano tiene conto della speranza di vita in due aspetti chiave: nella determinazione dei requisiti di uscita e nel calcolo dei coefficienti di trasformazione per la conversione dei contributi accumulati in rendite pensionistiche.

Questi coefficienti di trasformazione dipendono dall’età di pensionamento e vengono periodicamente rivisti per riflettere gli aggiornamenti demografici. Tuttavia, il parametro della speranza di vita è lo stesso per tutti, indipendentemente dalla categoria di lavoratori o dal reddito.

L’INPS ha evidenziato che la mortalità dei pensionati da lavoro varia in base al reddito, alla gestione previdenziale e persino alla regione di residenza. Questa differenziazione nella mortalità implica che le persone con profili diversi possono avere aspettative di vita significativamente diverse. Tuttavia, tutti ricevono, in proporzione ai contributi versati, la stessa pensione.

Riserve sull’Attuazione

Sebbene lo studio dell’INPS abbia rilevato una disparità tra la speranza di vita e l’importo delle pensioni, gli esperti sottolineano le sfide pratiche nell’attuare una correzione in questa direzione. La questione è estremamente complessa e sensibile, soprattutto considerando le differenze di genere, dove le donne vivono in media più a lungo degli uomini.

Inoltre, l’adeguamento delle pensioni in base alla speranza di vita potrebbe sollevare ulteriori questioni di equità tra diverse categorie di lavoratori. Pertanto, nonostante la rilevazione di questa inequità, attualmente non sembra essere sul tavolo una revisione sostanziale del sistema previdenziale italiano.