Caivano scossa da un atroce crimine che ha riportato alla mente eventi passati altrettanto drammatici. Due giovani cugine, appena tredicenni, sono rimaste vittime di uno stupro di gruppo perpetrato da adolescenti, alcuni dei quali avevano poco più della loro stessa età. Questo brutale episodio ha rivelato una cruda realtà nascosta dietro le apparenze e ha sollevato domande sulla sicurezza delle giovani generazioni in una comunità già afflitta da molteplici sfide.
Caivano, con i suoi oltre seimila abitanti, lotta con gravi problemi sociali, tra cui la mancanza di servizi, la presenza di piazze di spaccio e l’assenza di opportunità per i giovani. Il parco Verde, una volta potenziale luogo di svago, ora è segnato dal degrado e dalle siringhe abbandonate dai tossicodipendenti. È in questo contesto che le due giovani vittime sono violate ripetutamente da un branco di coetanei, mentre cercavano di sfuggire a una realtà già difficile da affrontare.
L’orrore dello stupro di gruppo ha scosso la comunità e ha portato alla luce la disperata necessità di affrontare questioni come l’educazione sessuale, la prevenzione della violenza e il sostegno alle vittime. La denuncia delle famiglie presso i carabinieri della compagnia di Caivano ha portato all’arresto di alcuni degli aggressori, tutti adolescenti ad eccezione di un giovane di 19 anni, che ora è detenuto nel carcere di Poggioreale.
La risposta delle autorità è stata rapida: le due vittime sono state collocate in una casa famiglia nell’hinterland napoletano, su indicazione dei servizi sociali, al fine di garantire la loro sicurezza e protezione. Tuttavia, questo tragico episodio ha riaffiorato i ricordi dell’orribile caso di Fortuna Loffredo, una bambina di sei anni violentata e gettata giù dall’ottavo piano dal suo stesso aguzzino nel 2014. L’indifferenza e l’omertà della comunità circostante in quel caso avevano suscitato indignazione nazionale.