Il trattamento integrativo sull’Irpef in busta paga, noto anche come ex bonus Renzi, ha subito delle modifiche che potrebbero comportare la sua riduzione o addirittura la restituzione di parte o di tutto l’importo ricevuto da molti contribuenti. Questo è dovuto al fatto che il contributo è riassorbito nelle detrazioni da lavoro dipendente per l’anno d’imposta 2022, al quale fa riferimento l’attuale dichiarazione dei redditi. Le regole per poter beneficiare del trattamento integrativo sono quindi cambiate proprio questo ultimo anno. Il rimborso o l’avviso di pagamento dipendono dalla data di presentazione della domanda e dall’importo delle detrazioni rispetto all’imposta lorda dovuta.
Secondo le circolari dell’Agenzia delle Entrate pubblicate il 19 giugno, il trattamento integrativo sarà pienamente riconosciuto a chi ha un reddito fino a 15.000 euro. Tuttavia, per coloro che rientrano nella fascia tra 15.000 e 28.000 euro, affinché il bonus non venga restituito dopo l’invio della dichiarazione dei redditi 2023, devono soddisfare la condizione che la somma delle detrazioni sia inferiore all’imposta lorda dovuta.
Nel caso in cui le detrazioni superino l’imposta lorda, l’importo dell’ex bonus Renzi sarà ridotto e potrebbe essere richiesto il rimborso di parte o di tutto l’importo ricevuto. La norma stabilisce che “il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare non superiore a 1.200 euro, determinato in misura pari alla differenza tra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda”. Quindi, il rimborso dipenderà dalle spese detraibili dichiarate e dal calcolo dell’imposta dovuta.
Nel caso in cui si debba restituire una parte o l’intero importo del trattamento integrativo, l’eventuale debito con il Fisco sarà evidenziato nel modello precompilato del 730. Il contribuente avrà quindi la possibilità di visualizzare e pagare l’importo dovuto utilizzando il modello F24 già compilato.