Un uomo di 50 anni di Scafati ha perso la vita dopo circa due mesi di lotta contro una grave polmonite causata dall’influenza H1N1. La sua tragica storia aveva attirato l’attenzione dei media nazionali alla fine di aprile, quando inizialmente si era ipotizzata la presenza dell’influenza aviaria, ipotesi poi smentita dai test di laboratorio che avevano confermato il sottotipo H1N1 dell’influenza A.
Il paziente era giunto all’ospedale Mauro Scarlato in condizioni critiche, con un’insufficienza respiratoria grave causata da una polmonite bilaterale. Successivamente, era trasferito nel reparto di Rianimazione respiratoria ed ECMO presso l’azienda ospedaliera dei Colli di Napoli, dove era sottoposto alla tecnica ECMO (Ossigenazione extracorporea a membrana), un metodo salvavita utilizzato durante la pandemia. L’uomo di Scafati non presentava patologie preesistenti, ma era immunodepresso.
L’azienda ospedaliera dei Colli di Napoli aveva confermato che il paziente era risultato positivo all’influenza H1N1, un ceppo influenzale già presente e diffuso. Gli esami preliminari avevano rivelato una significativa immunodepressione. Il corpo del paziente, trasferito dall’ospedale Cotugno, è portato a Scafati per il funerale, che si è svolto nella parrocchia di Sant’Antonio Vecchio.
Nel frattempo, un altro uomo di 50 anni è arrivato alcuni giorni fa all’ospedale di Scafati in condizioni critiche, con una polmonite bilaterale di origine virale aggravata da una forte immunodepressione. A causa del peggioramento delle condizioni, è stato trasferito all’ospedale Cotugno di Napoli.