I Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, in collaborazione con diverse unità operative e forze dell’ordine, hanno eseguito un’operazione in cinque regioni d’Italia per smantellare un’organizzazione criminale specializzata nello scavo clandestino, furto, ricettazione ed esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici. L’indagine, denominata ‘Canusium’, ha portato all’emissione di un’ordinanza cautelare da parte del gip del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica dello stesso Tribunale, nei confronti di 21 persone coinvolte.

Le attività investigative hanno rivelato una complessa filiera criminale composta da tombaroli, ricettatori di zona e areali, nonché trafficanti internazionali. L’organizzazione aveva basi operative nella provincia di Barletta-Andria-Trani, con ramificazioni in Campania, Lazio e altre parti della Puglia. Il loro obiettivo era quello di sfruttare il mercato illegale di reperti archeologici, frutto di scavi clandestini eseguiti principalmente in Puglia e Campania.

I reperti, in particolare monete archeologiche realizzate in oro, argento e bronzo, erano ceduti dai ricettatori ai trafficanti internazionali, che li introducevano sul mercato illecito globale tramite case d’asta estere. Durante le indagini, sono recuperate e sequestrate diverse migliaia di reperti archeologici, insieme a 60 strumenti idonei allo scavo clandestino, tra cui metal detector, e documentazione contabile che testimonia le transazioni illecite sia in Italia che all’estero.

Nell’operazione, quattro persone sono finite arrestate e condotte in carcere, mentre altre dodici sono sottoposte agli arresti domiciliari. Cinque persone sono invece sottoposte a obblighi di firma e dimora. Complessivamente, sono indagati 51 soggetti nell’ambito di questa organizzazione criminale.