L’indennità di accompagnamento è una prestazione sociale erogata dall’INPS alle persone che patiscono una disabilità grave e che necessitano di assistenza continua. Tuttavia, l’INPS può negare o limitare la prestazione, il che costringe le persone interessate a fare causa o a fare ricorso per far valere i propri diritti. Aprire una procedura di ricorso contro l’INPS ha un costo iniziale di 43 euro, ma il costo più elevato è quello dell’avvocato, che può variare notevolmente in base alla sua esperienza e alla difficoltà del contenzioso. Per le persone a basso reddito, esiste la possibilità di ottenere il gratuito patrocinio, che esenta dalla spesa dell’avvocato.

Tuttavia, prima di intraprendere una causa contro l’INPS, è importante considerare attentamente se vale la pena rischiare le cifre in gioco, anche perché la procedura può richiedere molto tempo. Per questo motivo, è consigliabile consultarsi con un legale e con il CAF per capire come muoversi e valutare le possibili alternative. Il CAF può fornire indicazioni più disinteressate rispetto all’avvocato, poiché non riceve un onorario per la sua consulenza.

In ogni caso, se si riesce a vincere la causa contro l’INPS, si avrà diritto non solo all’indennità di accompagnamento, ma anche a tutti gli arretrati che si sono accumulati nel tempo. Tuttavia, è sempre importante valutare attentamente i pro e i contro prima di intraprendere una causa di questo tipo.