Possibilità che l’Inps richieda indietro i soldi che ha erogato, il che può essere molto difficile per famiglie e pensionati, specialmente in un momento di crisi economica come quello attuale. Ci sono diverse circostanze in cui ciò può accadere, come ad esempio nel caso di un errore nel calcolo dell’importo da erogare o di una violazione delle condizioni per l’assegnazione della prestazione. Nel resto dell’articolo esploreremo le diverse situazioni in cui l’Inps può richiedere indietro i soldi e come difendersi al meglio per evitare spiacevoli sorprese. Del resto sono richieste che per vari motivi stanno aumentando in questo periodo dopo Bonus e aumenti su cui alcune volte possono essere sbagliati i conteggi.
Se l’Inps richiede indietro i soldi, è importante capire il motivo della richiesta e l’eventuale errore commesso dall’Ente. Il contribuente può presentare un ricorso amministrativo entro 90 giorni contro la decisione presa dall’Inps e chiedere una revisione della richiesta dell’Istituto. Se il ricorso è respinto, si può ricorrere al giudice amministrativo competente. Tuttavia, è importante tenere presente che, anche se viene verificato che l’errore è stato fatto dall’Inps, l’articolo 2033 del Codice Civile prevede la ripartizione dell’indebito. Questo vuol dire che il cittadino potrebbe comunque dover restituire le somme, oltre agli interessi.





