La morte di Tiziana Cantone è una vicenda che ha colpito l’opinione pubblica italiana e che ha sollevato molte domande riguardo alla privacy, alla violenza sulle donne e alla tutela della dignità umana. Tiziana era una giovane donna di 31 anni, originaria di Napoli, che si è tolta la vita nel settembre 2016, dopo aver subito gravi ripercussioni a causa della diffusione in rete di video privati che la ritraevano in situazioni intime.

La vicenda ha avuto inizio nel 2015, quando Tiziana ha condiviso con il suo ex partner alcuni video che la ritraevano in momenti intimi. Successivamente, questi video sono finiti diffusi in rete senza il suo consenso, diventando virali e causando un enorme danno alla sua reputazione. Tiziana ha subito molestie e violenze verbali, derisa e umiliata in pubblico, fino a quando non ha deciso di cambiare città e lavoro, nella speranza di ricominciare una nuova vita.

Tuttavia, il danno era fatto e Tiziana non è mai riuscita a superare completamente la vergogna e il dolore causati dalla diffusione dei video. Nel settembre 2016, l’hanno trovata morta nella casa della madre a Casalnuovo, nel Napoletano, con un foulard al collo. Inizialmente, la morte era catalogata come suicidio per impiccagione, ma in seguito sono emerse molte domande e perplessità riguardo alle cause della morte.

I fatti giudiziari

Da allora, sono effettuate diverse indagini sulla vicenda, per cercare di fare chiarezza sulle circostanze della morte di Tiziana. Nel 2017, la Procura di Napoli Nord ha aperto un’indagine per istigazione al suicidio, legata alla diffusione dei video privati di Tiziana in rete. Tuttavia, a seguito dell’autopsia, è stata avanzata l’ipotesi del suicidio per impiccagione, e la Procura ha richiesto l’archiviazione del caso.

Recentemente, però, il giudice per le indagini preliminari di Napoli Nord, Raffaele Coppola, ha accettato l’opposizione presentata dai legali della madre di Tiziana, Teresa Giglio, contro la richiesta di archiviazione della Procura, e ha ordinato nuove investigazioni sulla vicenda. I legali della Giglio si sono opposti alla conclusione del pubblico ministero Giovanni Corona, che ha ritornato alla prima ipotesi di suicidio per impiccagione, e hanno chiesto ulteriori indagini sulla vicenda, nella speranza di fare luce sulle circostanze della morte di Tiziana.