Il governo italiano allora guidato da Mario Draghi ha distribuito un bonus di 200 euro ai lavoratori dipendenti con un reddito annuo da lavoro fino a 35mila euro lordi. Tuttavia, a sei mesi di distanza, il Ministero dell’Economia sta recuperando a rate da 25 euro mensili sullo stipendio il bonus dato a chi a fine anno ha superato lo scaglione previsto dal decreto Aiuti bis. Il recupero del bonus sta avendo conseguenze negative soprattutto per gli insegnanti, poiché a dicembre si sono visti in busta paga gli arretrati previsti dal contratto già scaduto, a causa del fatto che il loro reddito è prevedibilmente superiore al paletto fissato dal salario accessorio dovuto a ore eseguite per attività eccedenti l’orario scolastico normale.
Secondo la Flc Cgil, circa 100.000 lavoratori del mondo dell’istruzione con un reddito annuo intorno ai 33-34 mila euro si trovano in questa situazione. Le organizzazioni sindacali hanno criticato la politica dei bonus a pioggia e hanno chiesto un cambiamento. La segretaria nazionale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ha dichiarato che la politica dei bonus è asfittica e che bisogna superarla.
Il sindacato è particolarmente critico sulla gestione di questi soldi a pioggia, poiché i supplenti con contratto al 30 giugno, che ne hanno più bisogno, hanno rischiato di non percepire nulla a luglio perché non avevano un datore di lavoro. Marcello Pacifico, presidente di Anief, chiede una ristrutturazione degli stipendi che sia adeguata al costo della vita come previsto dalla legge e che il Governo finanzi l’indennità di vacanza contrattuale al reale costo dell’aumento dei prezzi registrato nel 2022/2023, piuttosto che una tantum che non tutela lo stipendio dei dipendenti.