L’assegno unico familiare introdotto nel marzo 2022 ha unificato una serie di aiuti alle famiglie con figli. Tuttavia, c’è un dettaglio che non è adeguatamente considerato: le famiglie composte da un solo genitore. Questi destinatari dell’assegno unico, dal novembre 2022, hanno visto la maggiorazione mensile di 30 euro per i genitori con reddito da lavoro, essere sottratta dalla loro quota mensile. Questo potrebbe portare a una richiesta di restituzione fino a 210 euro per figlio, perché il legislatore voleva riconoscere un sostegno extra a quelle famiglie che probabilmente hanno bisogno di assistenza con i bambini a causa del lavoro di entrambi i genitori.

L’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, prevede questa maggiorazione per le famiglie in cui “entrambi i genitori hanno reddito da lavoro”. Tuttavia, l’Inps sta riconoscendo questa maggiorazione solo ai nuclei con entrambi i genitori, quindi le famiglie monogenitoriali che hanno usufruito di questa maggiorazione potrebbero essere richieste di restituire le somme precedentemente erogate.

La norma

La norma non è rispettata poiché non è vero che “entrambi” i genitori lavorano in una famiglia monogenitoriale, e la confusione ha portato l’Inps a erogare la maggiorazione all’inizio, interrompendola poi a partire dal mese di ottobre. Nonostante le famiglie monogenitoriali abbiano sperato in una correzione con la legge di bilancio 2023, il governo non ha apportato modifiche.

L’Inps ora deve risolvere la situazione delle 7 mensilità erogate in modo errato, da marzo a settembre, e potrebbe richiedere ai destinatari una restituzione fino a 210 euro per figlio. Questo può essere un problema finanziario per le famiglie monogenitoriali che dovrebbero restituire una somma significativa.