È arrivato da San Giuseppe Vesuviano a Pratola, in provincia de L’Aquila, 32 anni fa per seguire il nonno che aveva una sorella in paese. Ha iniziato a lavorare prima alla fonderia Foceit di Raiano fino alla chiusura e poi come manovale. Fino a quando ha perso anche quest’ultimo lavoro. È questa la storia di Alessandro Casillo, 43 anni, che da due anni non ha più una casa e dopo essere stato mandato via dalla residenza cantoniera che occupava nei pressi della stazione ferroviaria di Pratola, dorme dove capita.

Non avendo un alloggio e un domicilio l’uomo non può accedere nemmeno alle cure sanitarie, da qui la richiesta di aiuto al Tribunale per i diritti del malato, che ha scritto una lettera al Comune di Pratola. «Sono anni che vivo di espedienti – racconta l’uomo a Rete5.tv – chiedo un alloggio, anche solo una stanza, è un lavoro per tirare avanti».

Il 43enne sangiuseppese ha anche un fratello a Pratola, che per il momento non può aiutarlo. «Siamo praticamente in presenza di un apolide in territorio italiano – interviene Catia Puglielli un avvocato che con la sua onlus sta provando ad aiutare l’uomo – sono in contatto con l’amministrazione comunale di Pratola per risolvere almeno la questione della residenza e quindi dell’assistenza sanitaria, altrimenti l’uomo potrebbe accedere in ospedale solo per le urgenze da pronto soccorso e per niente di più».