Avevano ceduto le loro attività commerciali a Prato, nella più grande Chinatown d’Italia, per scappare a Terzigno, area seconda come affluenza cinese soltanto alla cittadina toscana. E lo avevano fatto senza pagare le tasse comunali per le loro fabbriche ed i punti vendita, totalizzando un’evasione che si avvicina al mezzo milione di euro. Insomma, un piano “oliato” che però si è imbattuto contro gli agenti di riscossione, attraverso ricerche nelle città dove gli undici “desaparecidos” potevano essere stati ospitati.

Undici sono infatti i piccoli e medi imprenditori cinesi fuggiti da Prato e che si sono stabiliti a Terzigno. A trovarli la Sori, azienda che opera a Prato per la riscossione dei crediti tributari. Una volta irreperibili nel capoluogo vicino Firenze, dunque, la società ha pensato bene di rivolgersi alle località dove esistono importanti distretti di persone provenienti da Pechino e dintorni: come appunto Terzigno, dove gli uffici comunali hanno confermato la presenza degli extracomunitari alle falde del Vesuvio.

Adesso, per loro, almeno che non progettino una nuova grande fuga, comincerà l’iter procedurale che dovrebbe costringerli a pagare le imposte con tanto di mora per il ritardo e per il grosso disturbo che si è assunto la Sori. Una bella lezione contro l’evasione fiscale.