I veleni della discarica di Paenzano finiscono in un’interrogazione parlamentare rivolta ai ministri dell’Ambiente e della Salute. A portare l’argomento nei Palazzi che contano il deputato del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio scrive: «L’area del nolano, da molti oggi definita “Campania infelix”, è un territorio che confina a sudest con Tufino e a nordovest con Acerra. Tale territorio, ormai, può ben definirsi una delle pattumiere ufficiali della Campania, nonché dell’Italia intera. Infatti, l’area del nolano è divenuta oggi lo sversatoio privato delle ecomafie locali e nazionali, nel contrasto delle quali sia la magistratura che le forze dell’ordine, senza un adeguato impianto normativo, poco possono fare; è scandaloso ripercorrere l’immobilismo che ha caratterizzato nel corso degli ultimi decenni l’atteggiamento delle autorità di governo di ogni livello per un territorio definito con un termine ormai quasi di moda “il triangolo della morte”.
Gli abitanti dell’area nolana – continua il parlamentare – stanno pagando un pesantissimo tributo umano soprattutto a livello di patologie oncologiche la cui incidenza desta preoccupazione e raccapriccio soprattutto con riferimento a soggetti di giovane età che sempre più spesso vengono inspiegabilmente colpiti da mali incurabili; il danno – già di per sé rovinoso per una intera comunità – diviene beffa nel momento in cui si ottiene la “legalizzazione della tossicità” di un luogo, così come accade nell’inferno delle discariche di Paenzano 1 e 2, ovvero le più grandi discariche autorizzate aperte nell’area nolana. Le discariche sono state realizzate in una vecchia cava di tufo esaurita, tipicamente caratterizzata dalle pareti a scarpa verticale. Furono aperte dall’allora prefetto delegato all’emergenza rifiuti attraverso poteri in deroga a lui conferiti con decreto, proprio per sopperire all’emergenza. Napoli e il napoletano soffocavano nell’immondizia e il nolano a qualcuno sembrò uno spazio adatto per portarceli. Nella stessa zona è presente un’altra cava di tufo, ancora in funzione, in un’area a rischio sottoposta a vincolo idrogeologico dal Piano stralcio per l’assetto idrogeologico dell’autorità di bacino nord-occidentale della Campania».
«Così come si legge da un reportage pubblicato sul sito web www.formatoa3.it tali siti – insiste ancora Di Maio – esauriti per il conferimento dei rifiuti (sarebbero stati aperti per quattro lunghi anni dal 1996 al 1999), allo stato attuale sono in fase di gestione post operativa: Paenzano 1 presenta una copertura superficiale costituita da “capping finale” (strato di terra, argilla, terra, seminagione di erba e alberi vari); Paenzano 2 presenta invece una copertura superficiale provvisoria in terreno, nelle more della realizzazione del capping finale. All’interno di Paenzano 1 è realizzato un impianto di captazione del biogas, gestito dal Consorzio Asia e affidato alla ditta Asja Elettrogas. La captazione avviene tramite pozzi verticali collegati ad una centrale di aspirazione. Sempre secondo quanto si legge nel sopracitato reportage, queste differenti funzioni restituiscono l’immagine di un luogo fortemente sfigurato, in cui alla preesistente vocazione agricola si sono sostituite funzioni espulse dai centri cittadini a livello regionale e provinciale, incompatibili sia con la presenza antropica che con quella naturale».