Un diverbio nato durante una lezione di musica per la banda cittadina di Senigallia si è trasformato in uno scontro fisico. Una madre di un bambino di dieci anni ha riportato una contusione al volto con una ferita interna al labbro. Dopo l’intervento al pronto soccorso le sono stati assegnati cinque giorni di prognosi, cui se ne sono aggiunti altri sette per la guarigione completa: dodici giorni complessivi.

Secondo il racconto della donna, l’insegnante di musica si sarebbe rivolta in maniera severa al figlio dopo aver constatato che non aveva studiato a sufficienza. Il bambino si sarebbe messo a piangere e la madre sarebbe intervenuta per calmarlo. Da quel momento, la situazione sarebbe degenerata: la docente avrebbe sottratto lo strumento musicale al piccolo, sostenendo che fosse di proprietà della banda e che necessitasse di riparazioni. La madre sostiene di aver cercato di placare gli animi, ma di aver ricevuto un pugno in pieno volto.

La donna, uscita dalla scuola, ha poi informato il compagno, che si è presentato per chiedere spiegazioni. Ciò che più ferisce la madre, spiega lei stessa, è che l’episodio si sia verificato davanti al figlio, lasciandolo turbato al punto da non voler più tornare a lezione. Secondo il suo racconto, nonostante le scuse per il comportamento del bambino, non sarebbe arrivato alcun segnale di pentimento da parte dell’insegnante.

La versione dell’insegnante, però, è differente. La docente respinge l’accusa di aver sferrato un pugno, sostenendo che si sia trattato di un contatto involontario avvenuto mentre cercava di riprendersi il sassofono, che la madre avrebbe trattenuto. A suo dire, lo strumento è effettivamente della banda musicale e attualmente si trova in riparazione.

La maestra afferma di aver informato subito il direttivo della banda, concordando un incontro chiarificatore al quale, però, la madre non si sarebbe presentata. Quest’ultima avrebbe richiesto scuse formali per iscritto. L’insegnante aggiunge inoltre che, all’arrivo del compagno della donna, sarebbe stata spinta all’interno dell’aula e le sarebbe stata chiusa la porta, impedendole di uscire.

Una versione contestata dall’uomo, che sostiene di aver semplicemente chiuso la porta prima di allontanarsi, lasciando alla docente la possibilità di aprirla in autonomia.

Entrambe le parti si sono rivolte ai rispettivi legali e sarebbero pronte a procedere con querele incrociate. La madre, che ribadisce la propria richiesta di scuse come gesto educativo nei confronti del figlio, definisce le affermazioni della maestra “falsità”.