Un agguato in pieno giorno, davanti agli occhi di chi transitava in via Suor Maria della Passione Beata a Barra, ha portato alla morte di Salvatore Borriello, 26 anni, noto per i suoi legami con il clan Aprea e specialista nello spaccio di droga. L’assalto, avvenuto poco prima di mezzogiorno, ha visto l’esecuzione di due colpi di pistola che hanno centrato Borriello al torace e all’ascella. Nonostante il rapido intervento dei soccorritori, trasportato d’urgenza all’Ospedale del Mare, per lui non c’è stato nulla da fare.
Un delitto in pieno giorno
L’agguato si è consumato in una zona centrale e trafficata, molto vicina al corso Sirena, ma nonostante l’orario e la posizione, al momento non ci sono testimoni che possano fornire informazioni utili. L’esecuzione, rapida e decisa, è stata compiuta da un commando di sicari che hanno agito con volto nascosto da caschi e scaldacollo, rendendo difficile l’identificazione. Le indagini sono ora nelle mani della Squadra Mobile e dell’Ufficio Prevenzione Generale della Polizia di Stato, che stanno lavorando senza sosta per risalire all’identità degli autori.
Legami con il clan Aprea
Salvatore Borriello, conosciuto nell’ambiente criminale con l’alias di “’o pirata”, era noto per la sua pericolosa vicinanza a Francesco Relli, giovane ras del clan Aprea e nipote del boss detenuto Giovanni Aprea, detto “punt ’e curtiello”. Borriello, già nel radar delle forze dell’ordine, aveva avuto problemi con la giustizia in passato, essendo stato coinvolto in numerosi episodi legati al traffico di droga.
Un altro episodio significativo risale al 2021, quando Borriello finì preso di mira in un altro agguato. Le indagini su quell’episodio, che coinvolse anche un’altra vittima innocente, Federica Mignone, portarono a quattro fermi tra i rampolli del clan Aprea. A seguito dell’operazione, i carabinieri riuscirono a risalire ai responsabili dell’episodio, tra cui Luigi Aprea, Vincenzo Aprea e Giovanni Aprea, tutti coinvolti in un raid che aveva rischiato di trasformarsi in una strage.
Ipotesi di epurazione interna al clan Aprea
Le modalità dell’agguato di ieri hanno fatto insorgere l’ipotesi di un’epurazione interna al clan Aprea. Secondo gli inquirenti, Salvatore Borriello potrebbe essere eliminato per motivi legati alla sua posizione all’interno della cosca. Borriello, infatti, pur essendo uno degli uomini di punta del clan, potrebbe aver attirato l’ira di altri membri per ragioni ancora da chiarire. L’agguato di ieri potrebbe essere l’ennesimo atto di violenza all’interno della lotta per il potere tra i diversi gruppi legati alla famiglia Aprea.
Le indagini
Le indagini sulla morte di Borriello sono ancora in corso, ma la polizia sembra orientata a concentrarsi sulle dinamiche interne al clan Aprea. Nonostante il traffico di droga, che aveva già messo Borriello sotto il mirino delle forze dell’ordine, la sua morte potrebbe essere legata a lotte di potere e rivalità interne tra i membri della cosca.
Le autorità stanno anche esaminando le telecamere di videosorveglianza della zona, che potrebbero fornire elementi utili per identificare i sicari. Tuttavia, i volti nascosti dei killer potrebbero rendere difficile la risoluzione del caso, che appare complesso e intricato.





