Dopo mesi di trattative, è stato firmato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il settore delle telecomunicazioni, un accordo che interessa circa 200mila lavoratrici e lavoratori in tutta Italia: dai tecnici di rete agli impiegati amministrativi, dagli operatori dei call center al personale dei servizi di assistenza.

Il rinnovo arriva in una fase complessa per il comparto, caratterizzata da fusioni aziendali, ristrutturazioni e trasformazione digitale, con l’intelligenza artificiale che modifica processi e ruoli professionali.

Due obiettivi centrali: aumenti salariali e nuove tutele

L’accordo punta a due obiettivi principali:

Riconoscere economicamente i lavoratori attraverso un aumento retributivo progressivo;

Aggiornare l’impianto normativo del contratto, introducendo un sistema di inquadramento più moderno e tutele rafforzate per i settori più esposti, come quello del customer care.

Il rinnovo, dunque, non si limita a un incremento salariale, ma rappresenta un aggiornamento strutturale del CCNL per adeguarlo alle trasformazioni del mercato del lavoro digitale, dove le competenze tecnologiche diventano sempre più centrali.

Aumenti in busta paga: quanto cresce lo stipendio

Per il 5° livello (nuovo livello C1), l’incremento economico complessivo è di 298 euro, suddiviso in quattro tranche distribuite tra il 2026 e il 2028:

+100 euro dal 1° gennaio 2026

+50 euro dal 1° dicembre 2026

+50 euro dal 1° luglio 2027

+98 euro dal 1° dicembre 2028

Il meccanismo è graduale, pensato per bilanciare inflazione e sostenibilità economica.
Secondo le stime, un dipendente con uno stipendio lordo di circa 1.800 euro potrebbe superare i 2.000 euro mensili a regime, con un recupero sensibile del potere d’acquisto.

L’intesa tiene conto dell’andamento dell’indice IPCA e punta a recuperare la perdita salariale maturata nei cicli contrattuali precedenti.

Focus call center: più tutele per chi lavora nel customer care

Uno dei capitoli più rilevanti del rinnovo riguarda il settore del customer care, tra i più esposti alla concorrenza e al fenomeno del dumping contrattuale. Negli anni, molte aziende hanno affidato servizi di assistenza a società che applicavano contratti meno tutelanti, generando forti disparità tra lavoratori.

Il nuovo CCNL introduce regole più omogenee e un aumento economico dedicato agli operatori dei call center, pari complessivamente a 288 euro, articolati in cinque tranche:

+50 euro dal 1° aprile 2026

+35 euro dal 1° dicembre 2026

+50 euro dal 1° dicembre 2027

+50 euro dal 1° luglio 2028

+103 euro dal 1° dicembre 2028

Oltre agli aumenti, viene rafforzata la clausola sociale, che garantisce la continuità occupazionale in caso di cambio appalto.
In pratica, se un’azienda perde un contratto di gestione e un’altra subentra, i lavoratori non perderanno il posto, ma saranno riassorbiti mantenendo retribuzione e diritti invariati.

L’obiettivo è duplice: tutelare l’occupazione e stabilizzare la filiera dei servizi di assistenza, oggi centrale per le aziende di telecomunicazioni in piena evoluzione digitale.

Una nuova mappa delle professioni digitali

Il rinnovo del contratto introduce anche una riforma degli inquadramenti professionali. Il vecchio sistema basato su livelli fissi sarà sostituito da un modello più dinamico, costruito per valorizzare le competenze e favorire percorsi di crescita professionale.

L’obiettivo è rendere il contratto coerente con le nuove figure emergenti nel settore:
dagli esperti di cybersecurity ai tecnici specializzati in reti 5G, fino agli operatori digitali che gestiscono chatbot e sistemi automatizzati di assistenza.

Con il nuovo schema, un lavoratore che acquisisce nuove competenze certificate potrà accedere a inquadramenti superiori e a riconoscimenti economici proporzionati, incentivando così formazione continua e aggiornamento professionale.

Un contratto per un settore in trasformazione

Il nuovo CCNL Telecomunicazioni si presenta quindi come un accordo di transizione, capace di coniugare aumenti salariali, stabilità e innovazione.
Un passo avanti non solo per i lavoratori, ma per un comparto strategico in cui la tecnologia, la qualità del lavoro e le competenze digitali saranno sempre più determinanti per la competitività delle imprese e la tutela occupazionale.