Un tragedia sconvolgente ha colpito la comunità di Pagani, in provincia di Salerno.
Un giovane studente di 30 anni, identificato come A.C., si è tolto la vita lanciandosi dal terrazzo del condominio di via Sant’Erasmo, dove viveva con i genitori.
All’origine del gesto estremo, secondo quanto riferito dai familiari, ci sarebbe la delusione per non aver superato un esame universitario.
La tragedia e la ricostruzione dei fatti
Il giovane, iscritto alla Facoltà di Ingegneria, avrebbe vissuto quell’insuccesso come un fallimento personale, un ostacolo che lo separava dal traguardo della laurea.
Un esame difficile, che A.C. aveva sostenuto con grande impegno, nella speranza di concludere un percorso accademico lungo e faticoso.
Secondo le testimonianze dei familiari, il ragazzo temeva di deludere i genitori e chi gli stava accanto. Aveva già iniziato a organizzare la festa di laurea, convinto di poter finalmente tagliare quel traguardo tanto atteso.
Quando ha scoperto di non aver superato l’esame, la pressione e la paura di “non essere abbastanza” lo hanno travolto.
Il dolore della famiglia
A confermare le motivazioni del gesto è stata una cugina del ragazzo, che ha affidato ai social un messaggio di dolore e riflessione:
“La verità non è mai una colpa. Mio cugino ha deciso di togliersi la vita perché non ha superato un esame all’università. Un ostacolo che sembrava insormontabile solo perché aveva paura di deludere, di non essere abbastanza. Aveva persino già organizzato la festa di laurea. Ma nella vita non si vince sempre.”
Parole che restituiscono il dramma di un giovane travolto dal peso delle aspettative e dal timore di non riuscire a soddisfare le attese altrui.
Il messaggio: “Non vergognatevi di un fallimento”
Nel suo post, la cugina lancia anche un appello accorato alla prevenzione e all’ascolto:
“Si può fallire, ma solo momentaneamente. Con il dialogo, l’ascolto e il sostegno giusto, tutto si può affrontare. Non bisogna vergognarsi di un fallimento, perché non definisce chi siamo. Parlate, cercate aiuto, apritevi. I social non devono mostrare solo le parti belle delle nostre vite, ma anche la realtà, la fragilità, i momenti bui: è lì che possiamo davvero aiutarci.”
Il bisogno di ascolto e prevenzione
La tragedia di A.C. riaccende il dibattito sul disagio psicologico tra i giovani universitari e sull’importanza di potenziare i servizi di supporto psicologico negli atenei.
Il fallimento scolastico o accademico, spesso vissuto come un marchio personale, può trasformarsi in una ferita profonda se non accompagnato da ascolto, empatia e sostegno emotivo.





