Da un rapporto di collaborazione a un procedimento penale. È la vicenda che vede contrapposte due dipendenti della Procura della Repubblica di Lanciano: una dirigente di 64 anni e una impiegata di 56, ora accusata di stalking e diffamazione nei confronti della superiore. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le tensioni sarebbero nate da presunte gelosie e sospetti di natura personale legati a un ispettore di polizia in servizio presso la squadra di Polizia giudiziaria. Le frizioni avrebbero progressivamente deteriorato il clima lavorativo, coinvolgendo anche altri colleghi e compromettendo la serenità dell’ufficio.
Le accuse e la misura cautelare
I fatti risalirebbero a circa un anno fa. L’impiegata, difesa dall’avvocato Massimo Di Rocco del Foro di Chieti, è accusata di aver posto in essere comportamenti persecutori nei confronti della dirigente, culminati in una misura cautelare di divieto di avvicinamento. Successivamente, la donna è stata trasferita al Tribunale di Chieti per garantire la sicurezza del luogo di lavoro e il rispetto delle disposizioni giudiziarie.
La dirigente, assistita dall’avvocato Antonio Codagnone di Lanciano, ha sempre sostenuto di aver intrattenuto con l’ispettore rapporti esclusivamente professionali, respingendo qualsiasi ipotesi di coinvolgimento personale o affettivo.
Testimonianze e prossime udienze
Nel corso dell’udienza di ieri, il giudice Giovanni Nappi, con pubblico ministero Mirvana Di Serio, ha ascoltato diversi funzionari e dipendenti della Procura, chiamati a riferire su quanto a loro conoscenza dei fatti.
Secondo quanto emerso, la presunta vittima avrebbe ricevuto sul proprio telefono messaggi offensivi e sarebbe stata oggetto di attacchi verbali anche in presenza di altri colleghi.
Il procedimento proseguirà il 19 marzo, data fissata per la prossima udienza, durante la quale saranno sentiti altri testimoni e un perito informatico nominato dalla difesa dell’imputata.
Il contesto
La vicenda ha suscitato forte imbarazzo all’interno del palazzo di giustizia frentano, dove da mesi circolavano indiscrezioni sul conflitto tra le due dipendenti, finora mantenuto nel più stretto riserbo. Il caso ha messo in luce le difficoltà nella gestione dei rapporti interpersonali negli ambienti giudiziari e l’impatto che tali situazioni possono avere sulla serenità del lavoro e sull’immagine delle istituzioni.