L’Ente Autonomo Volturno (Eav) ha replicato alle accuse della consigliera regionale indipendente Marì Muscarà, che aveva sollevato dubbi sulla gestione degli incarichi professionali affidati dall’ente.
La posizione di Eav
«Gli incarichi dell’Eav sono affidati tramite short-list, secondo le indicazioni dell’Anac e della Corte di Giustizia Europea» – chiarisce l’azienda in una nota – «l’avvocato Ciro Buonajuto è iscritto a tale elenco da molti anni».
L’ente sottolinea che gli incarichi vengono assegnati «nel pieno rispetto delle norme, comprese quelle sull’incompatibilità, che nel caso specifico non ricorre».
La decisione del presidente De Gregorio
Nonostante la regolarità formale, il presidente Umberto De Gregorio ha annunciato la revoca degli incarichi all’avvocato Buonajuto:
«Confermiamo la correttezza del comportamento dell’ente, ma per evitare qualsiasi strumentalizzazione riteniamo opportuno revocare i mandati. Nessun incarico sarà conferito a chi si candida alle prossime elezioni regionali, né a consiglieri regionali in carica, indipendentemente dal loro schieramento. È una prassi che Eav segue da dieci anni».
Le accuse di Muscarà
La consigliera Muscarà ha annunciato richieste di accesso agli atti anche presso Gori e Sma:
«Speriamo che l’assenza di incarichi nella sezione trasparenza del sito della Gori significhi che non ne sono mai stati assegnati. Altrimenti la vicenda sarebbe ancora più grave. Il tema è difendere trasparenza e correttezza: usare gli enti pubblici come bancomat in campagna elettorale è un insulto ai cittadini e un pessimo esempio politico».
La replica di Buonajuto
Non si è fatta attendere la risposta di Ciro Buonajuto, che ha annunciato querela contro Muscarà:
«Posso accettare di essere definito “fallimentare” e “in fuga”, ma non accuse infamanti. Non capisco da cosa dovrei fuggire, visto che non posso ricandidarmi a sindaco per legge. Ho sempre rispettato la legge, la trasparenza e la legalità: sono stati la mia stella polare. La politica deve essere confronto sui contenuti e sui progetti, non delegittimazione personale».





