Nuova tappa dell’inchiesta della Procura della Corte dei Conti della Campania sui costi della politica nelle Municipalità di Napoli. Questa mattina la Guardia di Finanza ha fatto visita ai parlamentini del Vomero (V Municipalità) e di Poggioreale (IV Municipalità), acquisendo verbali di commissioni consiliari.
In via Morghen, al Vomero, i finanzieri hanno assistito a una commissione in corso, mentre alla IV Municipalità sono entrati nella sede di via dei Tribunali. L’indagine, coordinata dal vice procuratore generale Ferruccio Capalbo e condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, punta a fare chiarezza su stipendi, rimborsi, gettoni e indennità.
I costi raddoppiati delle Municipalità
Negli ultimi anni le spese per i parlamentini cittadini sono salite oltre i 7 milioni di euro, tra indennità di presidenti e assessori e gettoni di presenza dei consiglieri. A pesare sono soprattutto i rimborsi ai datori di lavoro dei consiglieri, che possono arrivare fino a 1.000 euro al mese.
L’amministrazione comunale sta già lavorando a una riforma che prevede una sforbiciata di circa 2,5 milioni di euro, con l’ipotesi di ridurre il numero di consiglieri e assessori municipali.
Le voci dal territorio
«Da tempo chiediamo la pubblicazione dei verbali delle commissioni – dichiara Rino Nasti, consigliere dei Verdi alla V Municipalità – i cittadini devono sapere cosa producono gli uffici. La trasparenza è il miglior controllo democratico, senza dover attendere ogni volta l’intervento della magistratura».
Sul fronte opposto, l’ex consigliere comunale Gaetano Sannino con Gennaro Centanni (Spazio a Sinistra Napoli) attacca: «Le Municipalità sono diventate carrozzoni improduttivi, con 10 presidenti, 40 assessori e 300 consiglieri. I costi sono esplosi anche per effetto dell’aumento delle indennità legate agli stipendi dei sindaci».
Più cauto invece il consigliere comunale Fulvio Fucito: «Non si dimentichi che i consiglieri municipali rappresentano le istituzioni sul territorio: sono il primo tramite con i cittadini e vanno considerati una risorsa, non un costo della politica».





